di BEATRICE GRECO
URBINO – Il Comune di Urbino spinge l’acceleratore sul turismo promuovendo, con nuove norme edilizie, alberghi diffusi e case vacanza. “L’amministrazione comunale ha voluto iniziare un percorso per rendere Urbino sempre più attrattiva e accogliente” afferma l’assessore al Turismo Roberto Cioppi durante la conferenza stampa, che si è tenuta oggi nell’ex sala consiliare del municipio per spiegare le novità.
Il Comune aveva già introdotto ad aprile una modifica del piano regolatore per portare la metratura minima della abitazioni a 45 metri quadri, per agevolare attività commerciali ed edilizie. “La domanda è sempre crescente e i turisti sempre più esigenti. Dobbiamo avere strutture che assicurino un’organizzazione efficiente” continua Cioppi, che con soddisfazione informa dell’overbooking registrato nei mesi di alta stagione e del crescente turismo internazionale.
Urbino albergo diffuso
Le nuove regole riguardano non solo il capoluogo, ma anche i centri storici delle frazioni. L’introduzione dell’albergo diffuso vuole coinvolgere tutto il territorio di Urbino. “Il nostro contesto urbanistico è piuttosto delicato, perciò non possiamo pensare di accogliere dei veri e proprio alberghi” spiega Nicola Rossi, presidente della Commissione turismo e attività produttive e consigliere incaricato di urbanistica. “La formula dell’albergo diffuso è invece la soluzione per rendere Urbino sempre più attrattiva” continua, specificando che potranno realizzare strutture di questo tipo sia operatori già attivi nel settore alberghiero che privati.
Distanza minima dalla reception
I paletti da rispettare sono dettati dalla legge regionale, a cui la norma comunale del Piano regolatore generale rimanda. L’albergo diffuso, cioè, può fornire alloggi in uno o più stabili separati, ma deve prevedere un area principale per i servizi di accoglienza e portineria che sia distante non più di 500 metri dalle camere. I proprietari delle unità abitative possono – per l’appunto – essere distinti, ma la gestione imprenditoriale dell’albergo diffuso deve essere unitaria.
La norma comunale, quindi, lascia maggiore libertà di intervento per chi intende realizzare strutture turistico-ricettive. “Ma attenzione – avverte Rossi – le norme sul centro storico e il rispetto del patrimonio architettonico storico rimangono prioritarie”.
Più case vacanza per periodi medio-brevi
Un avviso che resta valido anche per la seconda novità della delibera, quella che prevede di agevolare la creazione di case vacanza. “Dobbiamo incrementare anche un’altra forma di accoglienza – dice Rossi – per chi vuole fermarsi a Urbino per periodi medio brevi”. La forte presenza di studenti condiziona il mercato e fa sì che sia impossibile trovare contratti di affitto inferiori a 10 mesi.
“Sappiamo che molte persone, spesso anche professori, devono fermarsi in città giusto per qualche mese, ma è difficile trovare soluzioni abitative. Per questo l’introduzione di case vacanza agevolerebbe questo tipo di permanenze, strizzando l’occhio anche a quei turisti che preferiscono fermarsi in abitazioni autonome”. Soluzioni, quindi, che consentano contratti di affitto anche di 60 giorni, ma senza la possibilità di prendere la residenza.
Resta, invece, aperta la questione sugli affitti per famiglie. A Urbino è sempre più difficile trovare case in affitto per nuclei familiari che vogliano stabilirsi in città: gli affittuari preferiscono dare gli appartamenti in locazione agli studenti, perché regolati da contratti maggiormente remunerativi. “Il Comune sta portando avanti qualche iniziativa per agevolare la residenzialità, ma è difficile incidere sul mercato, è un problema di tutti i centri storici” dice al Ducato Rossi.
Abitazioni da 45 metri quadri
Albergo diffuso e case per vacanze sono il modo per dare impulso all’offerta turistica, che può trovare giovamento anche dall’approvazione della norma che prevede l’abbassamento a 45 metri quadrati per la metratura minima delle unità abitative del centro storico. Il tetto prima era fissato a 70 metri quadrati e non tutte le abitazioni potevano essere frazionate in appartamenti più piccoli. Ora questi limiti sono stati tolti per tutti gli edifici. “Così facendo diamo maggiore impulso all’attività edilizia” dice Rossi, che spera anche in una maggiore attenzione alla ristrutturazione delle strutture lasciate a se stesse. “Pensiamo che chi provvede a sistemare il proprio appartamento, cerchi poi di migliorare anche le parti comuni o le facciate” continua.
Secondo Rossi, con le nuove norme, si creerà economia per la città ed equilibrio per chi fruisce e abita nel centro storico. Un’idea ripresa in conclusione anche dal sindaco di Urbino Maurizio Gambini, che, collegato in videoconferenza, afferma: “Vogliamo rendere più facile per i nostri concittadini utilizzare la nostra città al meglio”.