di Lella Mazzoli
Leggere per fare cosa? Leggere è importante per fare tutto. È la base della vita quotidiana. Ci chiediamo: lo fanno gli scrittori, i giornalisti, gli insegnanti? Ci auguriamo di si. A questo quesito prova a rispondere un amico storico del Festival, Paolo Di Paolo, in un bell’articolo apparso su Linkiesta lo scorso 24 agosto.
L’undicesima edizione del festival del giornalismo culturale si occuperà proprio di questa nobile attività. Il titolo che abbiamo scelto Leggere per [*] ha un asterisco per indicare che leggere serve a tanto e invita a sostituire l’asterisco con quel che più ci piace.
Tra i tanti argomenti di cui il festival si occuperà c’è quello della lettura della generazione Z, alla quale appartengono le ragazze e i ragazzi fra i 14 e i 19 anni. Presenteremo una ricerca – condotta su un campione di 2000 giovani – che mette in evidenza che quei ragazzi e ragazze non leggono meno degli adulti, lo fanno però in modo diverso e su device diversi. Leggono su carta e su schermi e usano tanti strumenti a seconda dei contenuti. Sono influenzati soprattutto dagli amici e meno da insegnanti e genitori. Amano i booktoker e li riconoscono come ‘consiglieri’ competenti e si fidano di loro perché ritengono che, essendo grandi lettori, hanno per questo la competenza per consigliare gli altri.
Numeri e percentuali importanti ma anche racconti, storie che i ragazzi e le ragazze che abbiamo incontrato, andando di persona nelle aule scolastiche in giro per l’Italia, saranno oggetto di discussione durante i tre giorni del Festival. Ci auguriamo cosi di promuovere la lettura, di promuovere la cultura.