di Andrea Bocchini
URBINO – A una piattaforma come ChatGPT, e all’Intelligenza artificiale in genere, possiamo demandare una parte sempre più importante del nostro lavoro e guadagnare tempo libero per noi stessi per leggere, dedicarci a sport, hobby o magari andare a quell’incontro che non facciamo altro che rimandare. Ma sul come e se migliorerà le nostre vite, e la distinzione tra il vero e il falso della realtà “creata” dall’IA, sono ancora questioni aperte.
Al panel di apertura dell’undicesima edizione del Festival del giornalismo culturale di questi temi hanno discusso i docenti Giovanni Boccia Artieri e Fabio Giglietto, la giornalista e conduttrice televisiva Barbara Carfagna; il giornalista e direttore di Startupitalia Gianpaolo Colletti e la giornalista e CEO Founder di Mirandola Comunicazione Marisandra Lizzi.
.@lellamazzoli: “L’intelligenza artificiale e ChatGPT stanno cambiando le nostre vite. Oggi ne parleremo con esperti che studiano l’IA da anni.” #fgcult23 pic.twitter.com/bHenUH2fV5
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A fare gli onori di casa la prof Lella Mazzoli, direttrice del Festival, che ha sottolineato come il tema tecnologico permetta di “leggere, scrivere e produrre qualcosa che non scaturisce dalla nostra mente”. Presentazione degli ospiti – oltre all’onere di mediatore dell’incontro – affidata al professore Boccia Artieri: “Quello che stiamo vivendo con l’AI è sicuramente una finestra che avrà ricadute sulla nostra vita”, anticipando come le domande dell’incontro siano state generate (per la maggior parte) dalla piattaforma di OpenAI.
“Filtrare la verità in Italia è importante”
Barbara Carfagna con un background altamente digitale , è andata alla scoperta – attraverso le sue interviste – di che uso culture orientali, diverse dalla nostra, fanno dell’AI. “In Giappone si stanno sviluppando robot che integrano intelligenze artificiali generative che provano a comunicare con gli animali basandosi su modalità non linguistiche”. Sollevando da subito un’importante sfida: scindere il vero dal falso. “Ai giovani digitali coreani, ad esempio, non importa se una cosa è vera. Per noi è importante, ma per altre culture non lo è”. L’impegno italiano, quindi, è quello di riuscire a “filtrare la veridicità, questo è sicuramente una forma di aiuto per chi fa il giornalista”, ha spiegato Carfagna.
Attenzione alla disinformazione
Punto di vista altamente tecnologico è quello del professore Fabio Giglietto, che ha offerto uno sguardo all’interno dei funzionamenti di ChatGPT, ma occhio alla disinformazione. “Se persino le aziende che producono le intelligenze artificiali generative non sono in grado di riconoscere i loro modelli nelle immagini generate, diventa molto difficile per terzi fare verifiche “. Una soluzione? Giocare e sperimentare con le piattaforme AI: “Solo usando concretamente le intelligenze artificiali generative, anche giocandoci, si possono capire limiti, opportunità e rischi”, aggiunge Giglietto.
.@marisandralizzi: “Interagendo con le intelligenze artificiali generative, ho la sensazione di essere di fronte a uno stagista evoluto, che non dorme, non mangia e impara sempre più cose.” #fgcult23 pic.twitter.com/qlmn3IL22C
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Osservare l’Intelligenza artificiale come “cassetta degli attrezzi” che riesca a trovare posto nella quotidianità. Arriveremo ad essere sostituiti dall’AI? “È già così, – sostiene Gianpaolo Colletti – basti pensare a TOBi, un chatbot capace di rispondermi creando contesti sostitutivi”. Inevitabile il flusso digitale da cui ognuno di noi può attingere, in grado di semplificare la nostra vita, ma occorre “tornare in una logica di lucidità e inserire una chiave umana” – sottolinea il direttore di Startupitalia – come? “Necessario sarà un percorso di alfabetizzazione nell’uso della tecnologia nei luoghi di lavoro e scolastici. Oggi alcune aziende lo stanno facendo, altre hanno messo in nero su bianco una disconnessione totale da dispositivi digitali”.
“Quando si parla di intelligenza artificiale bisogna fare un corso di sopravvivenza su come orientarsi al meglio” @gpcolletti @fgcult #fgcult23 pic.twitter.com/YJQH1Z1K4w
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Delegare tutto alla macchina? No grazie
Pericoli provenienti da un utilizzo sempre più costante della tecnologia vengono sollevati anche da Marisandra Luzzi che definisce l’intelligenza artificiale “uno stagista evolutivo che non fa pausa, non dorme, capace di evolversi ad ogni risposta che riceve”. Luzzi – che si definisce “tecno – consapevole” – pone l’accento sui vantaggi che una piattaforma come ChatGPT abbia portato, attenzione però a non delegare tutto alla macchina: “Non dobbiamo accontentarci della copia sfocata della realtà – sottolinea la giornalista -. Il punto è cosa fare noi, come esseri umani, per stare meglio utilizzando la tecnologia nella nostra vita. Se entro in competizione con l’Intelligenza artificiale, ho già perso in partenza”.
Regolamentare la tecnologia
Chi investe nell’IA? I colossi come Microsoft, Google e Facebook – i quali allenano i software mossi dai loro interessi. “Occorre una regolamentazione – spiega Marisandra Luzzi -. Nella rivoluzione digitale in atto, purtroppo i grandi attori stanno investendo in modo predatorio e non umanitario. Questo è preoccupante”.
Ho chiesto chi finanzia l’Intelligenza artificiale nel mondo. Facebook, Microsoft, Google, Facebook. I grandi attori stanno investendo in modo predatorio e non umanitario. E questo mi spaventa @marisandralizzi all’ #fgcult23 pic.twitter.com/i3aeyc0oHE
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Argomento conosciuto, ma per certi versi fatto di sfumature a molti ignote. A conclusione del panel, l’invito – fatto dal professore Boccia Artieri – è quello di “educarci alla tecnologie, educarci all’intelligenza artificiale. Capire come regolare il nostro tempo con l’uso della tecnologia”.