25 novembre, silenzio contro rumore. Le due marce di Urbino tra le polemiche

I due cortei del 25 novembre
di MARIA DESSOLE e ANDREA BOCCHINI

URBINO – La città l’aveva pianificata da tempo. La manifestazione contro la violenza di genere che sarebbe dovuta scendere tra le strade del centro storico, e coinvolgere l’intera comunità, sarebbe dovuta essere una soltanto, in silenzio. Poi l’uccisione di Giulia Cecchettin ha fatto irruzione nella cronaca e ha scosso il Paese, in ogni parte d’Italia si sono moltiplicati gli appelli a “fare rumore”. Così a Urbino le manifestazioni sono diventate due. E alla marcia silenziosa dal titolo “Fai vedere che esisti” si è contrapposta la “contromarcia rumorosa” del collettivo Bagolare. E con essa le polemiche.

Riavvolgiamo il nastro. Il corteo silenzioso – organizzato dal Comune di Urbino assieme all’associazione Giovane Territorio – aveva ottenuto l’autorizzazione della Prefettura a sfilare il 25 novembre. La manifestazione, partita dalla panchina rossa di porta Santa Lucia, ha percorso il centro storico, in cui per l’occasione sono stati appesi drappi rossi, e posizionate installazioni sul tema della violenza di genere nei luoghi simbolo della città.

La marcia silenziosa “Fai vedere che esisti”

La contromarcia rumorosa

Mentre il corteo proseguiva in via Raffaello, il collettivo è subentrato. “Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce”, hanno iniziato a scandire a squarciagola. La contromarcia rumorosa ha voluto accogliere la richiesta di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, che aveva chiesto: “Non fare un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto”, invitando “a fare rumore”.

La contromarcia rumorosa del collettivo Bagolare

Lo scontro

Il frastuono degli slogan e dei mestoli che picchiavano contro coperchi e pentole ha sovrastato subito qualsiasi protesta di chi voleva marciare a bocca chiusa e lamentava “noi siamo autorizzati, loro no”. “Non è il silenzio o il rumore a mettere fine alla violenza” ha detto contrariato Raffaele Santoro, rappresentante dell’associazione Giovane Territorio, in prima linea nel corteo silenzioso. Per questa ragione Santoro ha deciso di far proseguire separatamente le due marce. Che però hanno proceduto lungo lo stesso percorso, quello concordato.

“Le cose dovevano essere gestite meglio – ha detto l’assessora all’Istruzione Francesca Fedeli in prima fila al corteo silenzioso -. Abbiamo invitato più volte i ragazzi (anche durante la manifestazione) a discutere, se si urla in un megafono non si arriva a niente”. Fedeli parla di una “violenza concordata”, sostenendo come la contromarcia del collettivo non fosse autorizzata. “La violenza è stata enorme perché si è trasformata in violenza verbale, e nelle azioni. Queste sono cose gravi e inaccettabili”.

Francesca Fedeli, assessora all'Istruzione del Comune di Urbino e la vicesindaca e assessora alle Pari opportunità Marianna Vetri
Francesca Fedeli, assessora all’Istruzione del Comune di Urbino e la vicesindaca e assessora alle Pari opportunità, Marianna Vetri

Dispiacere sull’epilogo della manifestazione condiviso anche dalla vicesindaca Marianna Vetri che, in mezzo al rumore assordante del collettivo ha prima cercato di parlare con i ragazzi presenti, per poi riferire al Ducato come sia un “peccato dividersi per una stessa causa”.

La voce del collettivo

“Siamo ancora al punto di dover far vedere che esistiamo?” chiede con il megafono al corteo una delle leader, che definisce il corteo silenzioso del comune “un vuoto corteo funebre”. In risposta alla domanda tantissimi agitano pentole, chiavi, campanelli, fischietti per fare rumore. “Siamo state zitte abbastanza” ha detto una delle manifestanti al Ducato.

Bagolare non ha rilasciato dichiarazioni sulla decisione di organizzare una contromarcia. Alla fine della manifestazione è intervenuta la Polizia segnalando alcuni giovani. Un intervento che non aveva però nulla a che fare con la manifestazione: “Dovevamo fare accertamenti e identificare due soggetti -ha spiegato al Ducato il vicequestore Simone Pineschi – la manifestazione è andata bene ed è finita tranquillamente, non è stata ravvisata alcuna violenza verbale”.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra e di terze parti maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi