di ANNALISA GODI e ANDREA BOCCHINI
URBINO – Nasce il “Pascoli Volponi” e avrà sede in Piano Santa Lucia (attuale sede dell’istituto comprensivo Giovanni Pascoli). Decisione confermata dalla delibera numero 223 del 24 novembre 2023 a cui tutta la giunta comunale ha espresso voto favorevole. “Nell’ottica di una distribuzione dei tagli previsti sul territorio provinciale – si legge nel documento – è emersa la necessità di procedere alla soppressione di una autonomia scolastica nel Comune di Urbino”. Se il sindaco di Urbino e la sua maggioranza insistono nel dire che non sarà toccata l’offerta formativa e il numero di classi e docenti, di opinione opposta sono la preside del Pascoli e le opposizioni in Consiglio, che intravedono, con la riorganizzazione, la chiusura dei plessi e il taglio al corpo docente.
“Provvedimento inevitabile” , dicono dalla maggioranza, conseguente – come si legge nella delibera – ad una “riorganizzazione del Sistema scolastico prevista nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)” che decorrerà dall’anno scolastico 2024/2025. Le scuole – l’istituto scolastico Giovanni Pascoli e quello comprensivo statale Paolo Volponi – contano rispettivamente 630 e 645 alunni con 34 classi nel primo mentre sono 33 quelle del secondo (numero degli iscritti all’anno scolastico 2023/2024). Si arriverà così alla “fusione dei due istituti comprensivi con la formazione di un nuovo Istituto Comprensivo denominato ‘Pascoli Volponi’ con sede in Urbino Piano Santa Lucia, 11”.
La preoccupazione della dirigente
La delibera non affronta l’interrogativo del numero dei docenti e delle classi perché fa riferimento al decreto interministeriale del 30 giugno che stabilisce solo la riduzione dei dirigenti che, in questo caso, da due diventeranno uno. Lo stesso per direttori dei Servizi generali e amministrativi (Dsga). Il discorso però non convince la stessa dirigente del Pascoli, Carla Campogiani: “Una decisione frettolosa, eravamo stati avvertiti indirettamente e non siamo stati consultati”.
Il rischio più grande che intravede è per dipendenti e famiglie: “Con un accorpamento il numero di docenti si riduce, non si sta facendo nulla per proteggere le classi più piccole – continua Campogiani -. In un momento dove le famiglie stanno scegliendo dove mandare i propri figli a scuola il prossimo anno, l’evitare che lo impongano agli altri è paura ingiustificata”. Il sindaco di Urbino Maurizio Gambini è stato chiaro sulla decisione: “Non chiamatelo accorpamento ma fusione”. La preside segnala anche un’alta incidenza di alunni che necessitano del sostegno, e il timore che l’accorpamento riduca anche il numero dei docenti specializzati in questo ambito.
“Offerta formativa uguale per tutti”
Dalla maggioranza arrivano rassicurazioni che non saranno toccati numero di classi e docenti. Fronte unito, convinti dell’efficacia della legislazione nazionale. “Occorre partire da un dato che non può essere contestato – dice al Ducato l’assessore all’Istruzione Francesca Fedeli – cioè la diminuzione delle nascite e quindi una necessità di migliorare l’offerta e formazione dei ragazzi”. “Non si toccherà il corpo docente” assicura la Fedeli ma ribadisce come il progetto sia quello di “dare un indirizzo preciso con un solo preside” per il nuovo istituto. L’obiettivo è quello di “dare a tutti i ragazzi la libera scelta di dove andare” mentre sulle relative problematiche dovute a distanza e trasporti l’assessore dice che si andrà a “efficientare il servizio in modo che tutti abbiamo stesse possibilità con plessi adeguati”.
“Attentato all’istruzione”
L’opposizione è contraria. “L’accorpamento Pascoli-Volponi rischia di essere solo l’inizio di una reazione a catena che porterà la chiusura di altri plessi in città e nelle frazioni”, sostengono Partito Democratico e Viva Urbino. I gruppi di opposizione, infatti, lamentano come la decisione sia stata presa senza alcun tavolo di confronto sollevando, nel Consiglio comunale del 27 novembre scorso, la questione davanti a Sindaco e Giunta. “Le scuole non hanno bisogno di tagli, ma di forti investimenti. Urbino deve mantenere il ruolo di città della formazione”.
Dello stesso parere anche Sinistra per Urbino che ritiene come il decreto di “dimensionamento” della rete scolastica porti un “taglio del 9% delle sedi esistenti, con perdite di organico tra il personale ATA e docenti, ma con effetti devastanti sulla vita scolastica degli alunni”. La decisione presa dall’amministrazione Gambini, secondo il gruppo di opposizione, “è un ulteriore colpo di piccone al futuro della città”.
“Urbino non può ridurre la sua offerta scolastica, casomai ampliarla” – afferma il movimento civico di opposizione Urbino e il Montefeltro -. “Le nuove generazioni chiedono un futuro che li prepari alle grandi sfide e non atti che ne tarpano le ali”.