URBINO, 18 GEN. – Dalla morte di un uomo per overdose, i Carabinieri di Urbino e Sant’Angelo in Vado sono risaliti a una rete di spaccio (in particolare di eroina) che ha portato all’arresto di tre persone. A cedergli la droga era stato il nipote, ora accusato anche di morte in conseguenza di altro reato.

I fatti risalgono al febbraio 2023 i Carabinieri della stazione di Sant’Angelo in Vado intervennero per la morte di un uomo deceduto all’interno della propria abitazione per arresto cardiaco. A chiamare i soccorsi era stato il nipote, che era in casa con lui.

L’autopsia ha stabilito che la morte è avvenuta per overdose da eroina, mentre dall’ispezione del cellulare dell’uomo i Carabinieri hanno notato che le chat e telefonate di quel giorno erano state tutte cancellate. Le indagini dei militari, coordinati dalla sostituto procuratore Simonetta Catani della Procura di Urbino, si sono concentrate su una sala scommesse della zona. Tracce di eroina erano state trovate, infatti, su una schedina per le scommesse.

Droga che, dopo una serie di testimonianze e altri elementi probatori, è emerso essere stata ceduta alla vittima proprio dal nipote che, a sua volta, l’aveva acquistata poche ore prima da un 44enne della provincia di Pesaro e Urbino, frequentatore della sala scommesse. I Carabinieri hanno così allargato il cerchio e, grazie ad intercettazioni ed analisi di tabulati telefonici, sono riusciti a scoprire una fitta rete di spaccio con al vertice della filiera un 26enne di origini nordafricane, già noto agli inquirenti per la capacità di muovere grandi quantità di sostanze.

Il giudice del tribunale di Urbino ha disposto per i tre gli arresti domiciliari, su richiesta della Procura con l’accusa di spaccio. Solo il nipote è stato accusato, oltre che di spaccio, anche di morte come conseguenza di altro delitto.

a.b.