di CARLA IALENTI
PESARO – La cultura intesa come rapporto con gli altri popoli, partecipazione, quanto di più lontano dall’oppressione e dai confini e dal “pensiero unico” indirizzato da “pubblici poteri” o “grandi corporazioni”, il discorso, che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha tenuto alla celebrazione di Pesaro capitale italiana della cultura 2024, è stato un invito e un ammonimento, richiamando più volte il concetto di pace, associato alla cultura. “In questi tempi difficili in cui l’uomo è proteso a distruggere tutto quello che ha costruito”, “natura e ambiente”, vittime di tale violenza, “sono tra gli obiettivi di pace da raggiungere”. Un elogio a Pesaro che ha scelto proprio natura e cultura come trait d’union di questo anno.
Accolto dall’applauso del pubblico, Mattarella ha fatto il suo ingresso alla Vitrifrigo arena di Pesaro e dopo una stretta di mano con il sindaco, Matteo Ricci, il presidente Francesco Acquaroli e il ministro Gennaro Sangiuliano e le altre figure istituzionali in prima fila, tra cui monsignor Sandro Salvucci, agitando la mano ha rivolto un gentile sorriso a tutti i presenti. Sono oltre 8 mila, di ogni età, arrivati da tutta Italia per la cerimonia.
Il discorso di Mattarella
“L’Italia raccoglie un gran numero di siti della cultura, centri e luoghi remoti. Non sono siti esposti in vetrina ma espressione della cultura che rendono invidiabile la nostra comunità. Percorso che mette in evidenza le nostre radici, che vanno evidenziate nella loro peculiarità. Che tutte contribuiscono a fornire l’immagine del nostro Paese” ha esordito il presidente durante il discorso col quale ha chiuso la mattinata di inaugurazione.
“La cultura libera da ogni ideologia, mai separata dalla vita quotidiana e dall’insieme dei diritti e dei doveri scanditi dalla Costituzione che ci fa sentire partecipi della nostra comunità nazionale. La cultura è fatta di rapporti con i paesi vicini, con gli altri popoli con le aspirazioni proprie alla dimensione europea. Cultura che ha permesso una partecipazione solidale al bene comune. Tutto questo si ritrova in ogni forma d’arte e ordinamento che compongono il nostro patrimonio. La civiltà che deriva dal patrimonio ha la responsabilità di capitalizzare il nostro patrimonio indivisibile per l’umanità”.
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Ripete più volte la parola “pace” nel suo discorso, segnando il profondo legame con la cultura: “Attraversiamo tempi difficili in cui uomo sembra distruggere quello che ha costruito. Le guerre che si combattono ai confini dell’Europa ci riguardano non soltanto perché il vento delle spedizioni e degli odi percorrono le distanze più di quanto non facciano le armi e incide soprattutto per le nostre coscienze, ma ci riguardano perché l’Europa nel dopoguerra è tornata a vivere con la pace e nella pace e quella promessa di pace ha generato libertà e uguaglianza”.
Il presidente ha proseguito ricordando come in tempi di guerra e di democrazie in pericolo, non si debba ricadere negli errori commessi nel ‘900: “La cultura è paziente semina specialmente nelle nuove generazioni, è beneficamente contagiosa e permette di riflettere sulla storia per non ricadere negli errori del passato, permette di ammirare la bellezza e l’ingegno consapevoli che l’estetica non può separarsi dal rispetto della persona. La promessa di pace ha generato libertà e uguaglianza consentendo di rianimare la libertà della Rivoluzione francese. Responsabilità che coinvolge persone e Stati. La pace riguarda anche la cultura. La cultura è lievito che può rigenerare la pace contro gli estremismi nazionalistici. In questo momento trasmettere cultura vuol dire alzare lo sguardo per un compito di grande portata”. Applauso del pubblico.
Infine un richiamo diretto a Pesaro, città musicale e operosa: “Pesaro quest’anno si propone di portare avanti “artigiani dell’immaginario”. Tanti verranno a Pesaro per incontrarvi e conoscere vostro patrimonio. La cultura non sopporta oppressioni e confini. Non tollera il pensiero unico” e qui scatta un nuovo, forte applauso di tutto il palazzetto. “Se la cultura è sapere, creatività e sentimento, è il presupposto della nostra libertà. Un posto d’onore compete a Gioacchino Rossini, grande della cultura europea”.
La mattinata di celebrazione si era aperta proprio con l’arrivo di Mattarella e con l’inno d’Italia, intonato da tutta la platea, eseguito dall’orchestra Olimpia di Pesaro, formazione tutta al femminile, nata nel 2018 da un’idea di Roberta Pandolfi e Francesca Perrotta, costituita da 50 elementi, tutte donne. L’orchestra Olimpia promuove il diritto agli studi musicali senza distinzione di genere, la divulgazione del repertorio femminile e il rispetto dei diritti umani attraverso concerti ed eventi, seminari, conferenze, lezioni-concerto. Seguirà la Sinfonia da La Gazza Ladra di Gioachino Rossini e da In the Hall of the Mountain King dalla Suite op. 46 del Peer Gynt di E. Grieg.
I saluti di sindaco, presidente e ministro
In seguito ha preso la parola il sindaco di Pesaro Matteo Ricci: “Racconteremo la cultura della nostra terra e la cultura della solidarietà. La bellezza della cura di chi sta dalla parte dei più fragili. Abbiamo scelto la natura come tema perché il 2023 è stato l’anno più caldo di sempre. Cos’altro deve succedere per farci cambiare rotta?”. Ha sottolineato poi quanto sia necessario, ora più che mai, l’utilizzo delle biciclette. E ha promesso di rilanciare la cultura della pace in questi tempi di guerra. Il simbolo dell’inaugurazione è il Ginkgo biloba, pianta che ha resistito alla bomba atomica di Hiroshima. “Dedichiamo Pesaro capitale a Kharkiv e Rafah, con cui siamo gemellati”. Ha concluso con un invito a volare alto, indipendentemente dalle proprie origini: “Dobbiamo essere orgogliosi della nostra provenienza. La gente di provincia sa che deve correre più degli altri. Ma non deve essere provinciale: bisogna puntare sempre al massimo”
A seguire è intervenuto il presidente della Regione Francesco Acquaroli: “Tutte le Marche sono fiere di questa importante intestazione di Pesaro come capitale italiana della cultura”.
È stata poi la volta dell’assessore alla Bellezza Daniele Vimini, il quale ha ricordato che a Pesaro c’è uno dei più importanti conservatori musicali e che i musei della città raccolgono tutta la nostra storia dai Romani agli artisti contemporanei. Pesaro, la città del libro, propone progetti attenti all’inclusione e alla disabilità. “La lettura è vivere meglio e la lettura ad alta voce è condivisione”. Sottolinea, inoltre, che “la città ha accolto la sfida del Pnrr per migliorare la qualità dell’abitare e della scuola. La cultura, che è condivisione, deve mettere al centro i giovani”. E ha concluso con un incitamento: “I giovani, che sono i più creativi, devono essere i protagonisti di Pesaro capitale italiana della cultura”.
Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha iniziato raccontando un aneddoto personale. “Anni fa, quando ero giornalista, l’attuale sindaco di Pesaro mi chiese ‘E se facessimo Pesaro capitale della cultura?’. Oggi per me è un onore essere qui da ministro della cultura con il sindaco Ricci per questa inaugurazione”. Ha esaltato Pesaro come città della musica, piena di persone operose che guardano al futuro e godono della genuinità della terra. “Pesaro, cerniera fra terre confinanti dove si intrecciano identità diverse, con piena consapevolezza della propria identità. Città esempio brillante di rinascimento italiano, ma anche di pragmatismo che si lega al pensiero e all’arte”. Ha letto i versi patriottici di “All’Italia” del poeta marchigiano Giacomo Leopardi. Per concludere con un “Viva l’Italia!”.
La senatrice a vita Liliana Segre ha inviato una lettera, che è stata letta da una donna sul palco, dedicata a una città, Pesaro, che la reduce dal campo di sterminio di Auschwitz ricorda con affetto: “Sono legata a doppia elica a Pesaro, città in cui ho conosciuto mio marito e in cui è nato mio nonno”. E ha concluso così: “Ad maiora, città mia!”
È stata poi la volta della poetessa Mariangela Gualtieri che reciterà brani dalla sua Esortazione urbana e planetare.
L’intervento del direttore artistico Agostino Riitano, ha interessato “la natura della cultura” di Pesaro2024. Ha ricordato il progetto di Pesaro2024 che punta sull’immaginazione di un futuro inclusivo e sostenibile. “Abbiamo tessuto in maniera sartoriale un metodo chiamato quartieri dell’immaginario, radunando la visione di donne e uomini, gli artigiani dell’immaginario”. Immaginario che assume anche un valore politico come spinta alla riflessione per un cambiamento. “Natura è comunità con cui abbattere disparità e distanze. Natura, arte e tecnologia sono tappe di un percorso in cui vogliamo rinnovare il modo in cui pensarci. Il progetto mira anche a “superare la distanza tra paese e metropoli, centro e periferia”. Il direttore ha concluso così: “Viva Pesaro e buona capitale a tutti”.
The Human Cell ATLAS a cura di Ouchhh in collaborazione con il Cern di Ginevra ha animato i pochi minuti prima del discorso del presidente con un videomapping proiettato sui cartelli bianchi sollevati dal pubblico sugli spalti. Un’opera che “nasce dall’esigenza di rappresentare una nuova umanità nell’era dell’intelligenza artificiale e dei big data”. Il Progetto ha riunito una comunità internazionale di biologi, clinici, tecnologi, fisici, scienziati computazionali, ingegneri del software e matematici con l’obiettivo comune di creare una mappa di riferimento completa di tutte le cellule umane come base per la comprensione della salute umana.
Prima dello show, c’è Bonolis
L’attesa era stata in qualche modo parte dell’evento stesso, le persone hanno iniziato a riempire gli spalti già due ore prima dell’inizio. Il palazzetto è pieno di scolari della provincia di Pesaro e Urbino, sono circa 2 mila e si fanno sentire. È il suono del futuro. Tra i 100 elementi della banda musicale anche l’orchestra di strumenti a fiato di Urbino. Un caloroso applauso accoglie il presentatore dell’evento, Paolo Bonolis: “Il presidente arriva a e 28. Che caspita faccio fino alle 11:28?”, esordisce Bonolis, sul palco come presentatore, che subito strappa una risata al pubblico. In attesa dell’arrivo del presidente Bonolis chiede all’orchestra di improvvisare Stand by me, un brano di Ben King. Bonolis: “Dovevo fare il cantante di colore, solo un particolare mi ha tradito” dopo le risate e un attimo di imbarazzo: “Mi scusi, eccellenza!” rivolgendosi al monsignor Salvucci.
I concerti: Gazzè, Casadei, Rosa Chemical
Nel pomeriggio si riparte con musica e spettacoli. Entrata libera fino a esaurimento posti, senza prenotazione, dalle 16:00, per partecipare al concerto di Max Gazzè (gratis). Dalle 20:00 (con ingresso dalle 19:00), si ballerà con l’Orchestra Casadei (gratis). Poi la festa per i più giovani Once a Year, con Rosa Chemical (a pagamento, dalle 23.00; ingresso dalle ore 22.30) e dj importanti, convocati alla Vitrifrigo Arena dalle principali realtà dell’intrattenimento locale e nazionale per celebrare la cultura e il divertimento dando spazio ai giovani”. A questo link i biglietti per la serata.