Di CRISTINA R. CIRRI, MARIA DESSOLE e RAFFAELE DI GAETANI
URBINO – È italiana, ha 45 anni, ha un diploma. Lavora in modo stabile, ha uno o due figli e ha un marito violento. È la prima volta che si rivolge a un centro antiviolenza, e lo ha fatto dopo aver chiesto aiuto alla famiglia e agli amici. Per farsi aiutare preferisce fare una telefonata, invece che andare di persona. Questo è il profilo tipo della vittima che arriva allo sportello Parla con noi in via Sassi 122 a Urbino.
Il profilo dell’uomo violento è quello di un lavoratore, senza problemi economici o di salute, ma uno su quattro ha una dipendenza di vario tipo, che sia alcol, droga o ludopatia.
Esaminando i dati del centro antiviolenza urbinate e quelli del 2022 forniti nel rapporto contro la violenza sulle donne della Regione Marche è possibile individuare alcune caratteristiche dell’uomo che compie abusi, e della donna che li subisce.
Secondo le statistiche, i soggetti più inclini hanno un’età compresa tra i 30 e i 39 anni. Gli abusi più diffusi a Urbino sono quelli psicologici, fisici e le minacce. Se è vero che la Regione Marche ha creato i Centri di ascolto per gli uomini che fanno violenza, questo non è sufficiente a risolvere il problema perché nel 2022 su 874 maltrattanti solo 98 si sono rivolti ai centri.
Chi c’è dall’altra parte
I dati, raccolti dalla responsabile dello sportello di Urbino, la dottoressa Maura Gaudenzi, sono in linea con quelli regionali. “Esiste una tendenza molto significativa dal 2020: il numero di donne che denunciano episodi di violenza di genere è cresciuto in modo costante. Nel 2020 gli accessi allo sportello di via Sassi sono stati 118, nel 2021 149, e nel 2022 185. L’aumento registrato negli ultimi due anni si aggira intorno al 40%”.
Secondo il capitano dei Carabinieri di Urbino Crescenzo Maglione questi numeri non significano che siano aumentati gli episodi di violenza di genere sul territorio. A crescere, ha spiegato Maglione in un incontro che si è tenuto nella redazione del Ducato lo scorso novembre, sarebbe stata la consapevolezza e la sensibilità su questi temi, e soprattutto sapere che ci sono sportelli e centri in cui poter chiedere aiuto.
Il profilo anagrafico della vittima di violenza
A Urbino le donne vittima di violenza sono italiane per il 72%. Le straniere provengono soprattutto da Romania, Albania e Polonia. I dati sono in linea con il rapporto della regione Marche.
Vi è una coincidenza anche per quanto riguarda l’età delle vittime, soprattutto donne tra i 30 e i 49 anni. In media sono coetanee dei mariti e compagni autori delle violenze. Nessun caso di violenza sulle minori di 18 anni.
Condizione della maltrattata
La donna che si rivolge allo sportello, secondo i dati di Urbino, nella maggior parte dei casi è diplomata (52%) e solo in poche si sono fermate alle elementari (8%) o alle medie (14%) e il liceo (52%). Una su cinque ha concluso il percorso universitario, mentre il 5% sono studentesse.
Tra di loro quasi il 40% è occupata in forma stabile. Le altre hanno lavori saltuari (20%), oppure sono in cerca di occupazione (20%).
In linea con i dati regionali, più della metà delle donne maltrattate è mamma di uno o più minori, con i quali vive (58%).
Il profilo anagrafico dell’autore di violenza
Secondo i dati registrati nella regione e a Urbino circa il 70% dei maltrattanti sono italiani, il 25% stranieri mentre del 5% non è stata registrata la nazionalità.
In relazione all’età degli uomini violenti c’è corrispondenza tra i dati delle Marche e di Urbino. Il 32% degli autori di violenza è nella fascia tra i 30 e 39 anni e un 26% in quella tra 40 e 49. Nessuna violenza è stata segnalata da ragazzi con un’età inferiore ai 16 anni.
Nella metà dei casi l’uomo violento lavora
A Urbino il 49% ha un’occupazione stabile, il 12% precaria, saltuaria o informale e il 6,5% è disoccupato. Dati simili anche a livello regionale con il 52,9% che ha un lavoro stabile, il 12,9% precario e il 7% è disoccupato.
Quasi nella metà dei casi (il 46,8%) non ci sono situazioni problematiche né dal punto di vista economico, né della salute. Il 27,9% si trova invece in una condizione di dipendenza di vario genere, come ad esempio uso di alcol e droga o gioco d’azzardo o abuso di psicofarmaci. Il 7,9% ha precedenti penali mentre il 4% si trova in una grave situazione debitoria.
I dati del Cav di Urbino confermano la tendenza regionale con il 31% dei maltrattanti che non vive alcuna situazione problematica, ma il 30% ha delle forme di dipendenza. Il 15% ha precedenti penali mentre solo il 3% vive una situazione debitoria grave. Emerge quindi come la violenza avvenga maggiormente in situazioni di tranquillità apparente e in contesti di quotidianità familiare.
Il tipo di relazione
La cosa più significativa che emerge è il carattere “domestico” della violenza: la casa è infatti lo sfondo più comune e ricorrente. Uno dei dati più incisivi è quello che riguarda l’autore della violenza, principalmente il coniuge con il 33% a Urbino rispetto al 37,3% delle Marche. Ma a commettere violenza spesso è anche il convivente con il 18% a Urbino e il 15,2% nelle Marche. La violenza per mano di fidanzati avviene nel 5,3% mentre è al 4,7% quella di ex fidanzati, dato molto simile raccolto a Urbino con i fidanzati al 7% e gli ex fidanzati al 5%.
Solo nel 2% dei casi l’uomo non conosce la donna. A subire violenza sono le donne con un legame affettivo più stretto al maltrattante.
Le violenze effettuate
Secondo i dati registrati nel Cav Parla con noi di Urbino nell’anno 2022 le donne che si rivolgono al centro antiviolenza lo fanno nell’88% dei casi per quella psicologica, nel 68% fisica e nel 64% per minaccia. Questi numeri sono diversi rispetto a quelli presentati a fine 2023 dal Consiglio regionale delle Marche.
I due tipi di abuso per cui c’è maggiore differenza di percentuale sono quelli di stalking e violenza economica. Nel primo la città ha una percentuale del 14% a fronte di un dato regionale del 22,2% mentre per la violenza economica a Urbino le denunce sono il 37% dei casi rispetto al 48% delle Marche. C’è invece meno differenza sui dati dello stupro tra Urbino (6%) e la regione (9,2%).
Gli sportelli di ascolto
Le Marche sono impegnate nella lotta alla violenza sulle donne non solo attraverso i centri antiviolenza ma anche attraverso i Cuav (Centri uomini autori di violenza) il cui obiettivo è avviare un percorso di rieducazione e di ascolto.
Il Cuav Marche ha seguito 98 soggetti nel 2022. Di questi la fascia d’età più rappresentata è quella compresa tra i 40-49 con il 33%. Nel 71% dei casi chi si rivolge a questi centri è italiano.
La modalità di accesso ai Cuav può essere spontaneo o su disposizione. Secondo i dati degli sportelli delle Marche nel 10% c’è stato un accesso volontario mentre nel 90% dei casi è stato ordinato. In quest’ultima situazione a deciderlo è stato quasi sempre il tribunale (93% dei casi). Poi ci sono i suggerimenti: il 29% delle volte è il terapeuta a consigliarlo, ma la maggior parte delle volte (il 42%) è il coniuge, l’avvocato o altri parenti. Solo il 15% degli uomini violenti si è rivolto al Cuav spontaneamente.
I servizi dedicati alle vittime di violenza sono di tre tipi: sportelli d’ascolto, centri anti violenza e case rifugio. Gli operatori che lavorano o fanno volontariato hanno messo insieme una rete di supporto che comunica anche con la realtà universitaria, come lo sportello di ascolto della Carlo Bo, e con consultori e collettivi e gruppi di supporto tra cui Rete solidale.