Noi Birders del Furlo, sentinelle delle aquile reali

I Birders della gola del Furlo
di MARIA SELENE CLEMENTE

GOLA DEL FURLO – È un momento dell’anno particolare per la Gola del Furlo. Camminando in quei due chilometri di passeggiata, nel percorso scavato dal fiume Candigliano, è possibile sentire il canto della coppia di aquile reali che da circa dieci anni abita le pareti rocciose della Gola. Tra i fianchi a strapiombo del monte Pietralata e del Paganuccio, fa eco il richiamo dei due rapaci durante il rituale di corteggiamento, tipico dei mesi di gennaio e febbraio.

Con un’apertura alare di circa due metri è difficile non vederle mentre avviano le “danze del cielo”, come le chiama Maurizio Saltarelli che, appassionato da sempre di rapaci, iniziò a monitorare le aquile del Furlo già alla fine degli anni ‘80. In oltre trent’anni ha consolidato le sue conoscenze, approfondito lo studio di questi animali e lavorato a cinque pubblicazioni scientifiche. Soprattutto, si è circondato di amici con cui condivide la stessa passione e insieme ai quali dal 2019, forma il gruppo dei “Birders”.

I Birders

Con Maurizio c’è Massimiliano Martinelli. Insieme agli altri membri del gruppo, ogni domenica – e chi di loro può, anche durante la settimana – si ritrovano al Furlo a bordo strada, lungo il Candigliano, per osservare e monitorare una delle quattro coppie stanziali di aquile reali della provincia di Pesaro-Urbino. “Quattro coppie in un’area che è di circa cento chilometri quadrati”, spiega Massimiliano. “Nelle Alpi questo sarebbe impossibile, non c’è da mangiare come nell’Appennino. La Riserva gode di ottima salute. È un’area ricca di biodiversità ideale anche per la caccia delle aquile: le aree verdi sopra le cime dei monti consentono loro di trovare tutto il cibo di cui hanno bisogno”.

Aquila reale alla gola del Furlo – Credits: Massimiliano Martinelli, fotografo dei Birders

Per ridurre al minimo l’impatto ambientale, i Birders lavorano con la tecnica del “digiscoping”: “un telescopio terrestre, sul quale viene messo un iPhone, che permette di fare le riprese a grande distanza senza dare alcun fastidio all’animale” dice Massimiliano. “Piuttosto che mettere in pericolo la covata, rinunciamo a una foto”.

Tra le altre specie presenti nel Furlo, i Birders monitorano la presenza del falco pellegrino, delle poiane e dei gheppi; ma tra loro c’è anche un esperto di orchidee selvatiche: sono un gruppo composito, ne fanno parte fotografi, professori e semplici amatori.

I Birders sono indipendenti e autofinanziati. Oltre al monitoraggio delle specie autoctone, parte centrale della loro attività è l’educazione informale: non è raro vederli a bordo strada in divisa e con l’attrezzatura, circondati dai visitatori che si fermano per chiedere loro informazioni su ciò che osservano o sulla Riserva. Spesso, raccontano, vengono invitati nelle scuole della regione, per sensibilizzare i più giovani a un rapporto di rispetto con la natura.

Aquila reale alla gola del Furlo mentre trasporta materiali per il nido – Credits: Massimiliano Martinelli, fotografo dei Birders

Maurizio Saltarelli, nel novembre 2023 ha ricevuto il riconoscimento Unesco “Leonardo Immortal Light”. Lui stesso mostra la targa con la motivazione: “Per la forza di volontà nell’agire con i propositi di tutela e salvaguardia faunistica”.

Il rapporto con la Riserva

Oggi i Birders sono gli osservatori del Furlo. Un punto di riferimento non solo per gli escursionisti ma anche per l’ente Riserva naturale statale della Gola, che da loro prende dati e informazioni sulle specie che monitorano. “Con i Birders condividiamo lo stesso obiettivo: la salvaguardia della flora e della fauna locali”, spiega al Ducato il direttore della Riserva, Maurizio Bartoli: “Il loro presidio ci garantisce un controllo costante anche contro possibili malintenzionati”.

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