di MARIA CONCETTA VALENTE
URBINO – L’imputato arriva puntuale nell’aula Paolo Cigliola del tribunale di Urbino, all’udienza delle 9:30 del 27 febbraio, presieduta dalla giudice Benedetta Scarcella. Massimo Angeloni, accusato di diffamazione con recidiva, non dà neanche il tempo di procedere all’appello: ha fretta di parlare. “La storia è più complessa di così – sostiene l’imputato -. Vengo giudicato solo sulla base di calunnie”. Dice di avere preparato un “PowerPoint esplicativo della vicenda” che vuole sottoporre alla giudice. Resta in piedi e muove nervosamente alcuni fogli che stringe tra le mani, ci scrive sopra e li rigira. Sembra non avere bisogno di legali. Chi lo assiste, seduto accanto a lui, parla a malapena.
Angeloni è stato denunciato da una donna con cui aveva avuto una relazione extraconiugale di qualche mese nel 2015, fino a quando il marito di lei scoprì l’adulterio. I fatti di cui è accusato risalgono al 14 giugno 2019, quando la donna stava disputando la finale di un torneo di tennis a Urbino e Angeloni fece irruzione in campo imprecando contro di lei.
Già nel 2016 la parte offesa aveva sporto denuncia per stalking perché nell’agosto di quell’anno Angeloni l’aveva insultata pubblicamente in un paio di occasioni. Successivamente, la donna, come ha raccontato nell’udienza del 27 aprile 2022, non viveva più tranquilla, aveva paura ed evitava di frequentare i luoghi dove poteva incontrare l’ex amante.
La parte offesa è assente, come i testimoni. Dopo una chiamata, la pubblico ministero Enrica Pederzoli precisa che “per disguidi da parte della segreteria non sono stati chiamati”. La difesa prende la parola e chiede al giudice di riascoltare le parti del contraddittorio intervenut0 il 27 aprile 2022, poiché – prima dell’entrata in vigore della riforma Cartabia (1 novembre 2022) – non era prevista la registrazione delle risposte durante l’interrogatorio.
Inoltre, sempre secondo la difesa, è necessario che le parti vengano riascoltate davanti al giudice, dal momento che non è più, come allora, Massimo Di Patria. La Pm si oppone “alla luce della temporalità della normativa”: “I testimoni sono stati sentiti prima e la richiesta non è puntualmente motivata, ma generica”. La giudice prende atto delle richieste e rigetta l’eccezione: “Non è suscettibile di richiesta retroattiva e non avanza temi o questioni nuove da esplorare né motivi che giustifichino la riassunzione delle prove”. Riascoltare i testimoni, inoltre, “allungherebbe ulteriormente i tempi del processo”.
Riprende la parola Angeloni per una questione “molto importante”. Si avvicina alla giudice e le consegna dei fogli e una chiavetta di otto giga con la presentazione PowerPoint “esplicativa della vicenda”, che a detta dell’imputato “è molto più ampia”. La giudice acquisisce il materiale e fa mettere a verbale che si riserva di valutare la rilevanza e l’utilità dei documenti prodotti. “L’udienza è rinviata al 13 giugno ore 15:30” annuncia Scarcella. Angeloni esce dall’aula esclamando con rabbia: “La giustizia mi ha rovinato”.