di MARIA SELENE CLEMENTE e RAFFAELE DI GAETANI
URBINO – L’Università di Urbino ha raggiunto il numero massimo di nuovi iscritti degli ultimi dieci anni ed è la prima università delle Marche per studentesse e studenti provenienti da altre regioni (favorita anche dal confine con la Romagna). Il rettore Giorgio Calcagni ha presentato questi dati per sottolineare l’andamento positivo dell’Università di Urbino in occasione dell’evento inaugurale del nuovo anno accademico.
Ospite all’inaugurazione, Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e della Ricerca, che ha definito l’ateneo urbinate “unico, non solo per la posizione ma anche per la sua portata culturale”. Sia negli interventi della ministra che del rettore è stato affrontato il tema dell’influenza dell’intelligenza artificiale nell’insegnamento universitario e uno spazio è stato dato per il ricordo del centenario dalla nascita di Paolo Volponi.
Durante l’evento sono intervenuti anche la rappresentante del personale tecnico-amministrativo, Manola Cascella, il rappresentante del Consiglio degli studenti Giovanni Alvarez. A concludere l’incontro il professore di Filologia e linguistica romanza della Scuola Normale superiore di Pisa, Lino Leonardi, con la Lectio Magistralis: “Razza: preistoria di una parola disumana”.
Il rettore: “Nel segno di Carlo Bo”
“Negli anni a Urbino abbiamo lavorato per dare continuità all’idea di Carlo Bo”, Calcagnini ha aperto il suo intervento ricordando il fondatore dell’ateneo urbinate e sottolineando l’importanza del ruolo dell’università sia nel formare studentesse e studenti sia nel farsi luogo di “libertà e spazio sicuro”.
“L’università garantisce l’istruzione a tutte e tutti. Vogliamo assicurare pari opportunità” ha detto Calcagnini che ha poi affrontato anche il tema dell’inclusività: “Siamo stati tra i primi a introdurre la carriera alias”.
Tra i cambiamenti con cui le studentesse e gli studenti di oggi devono confrontarsi c’è quello dell’intelligenza artificiale che non deve essere demonizzata ma, al contrario, conosciuta e integrata: “Ormai è sempre tra noi, come quando siamo in macchina e ci affidiamo ai navigatori o agli smartphone. Le nuove tecnologie stanno cambiando e con esse la nostra percezione e il modo di vedere le cose. Il governo sta delineando una strategia per l’Ai e l’Agcom ha istituto un comitato sul tema di cui farà parte anche il nostro professore ordinario Giovanni Boccia Artieri”.
I dati
Il rettore Calcagnini ha anche presentato i dati relativi all’anno accademico che si è appena concluso. Il numero di iscrizioni è stato di 4.482, superiore rispetto a quelle dell’anno scorso e in aumento di circa 400 unità se si considera il dato del 2012/2013. Alla Carlo Bo ci sono 39 corsi di studio, di cui 18 magistrali e 5 a ciclo unico.
Secondo il rapporto Almalaurea 2023, ha spiegato Calcagnini, il 93% dei laureati presso l’Università di Urbino si è detto soddisfatto dell’esperienza universitaria e il 73% ri-sceglierebbe lo stesso corso. Ma la Carlo Bo guarda anche a chi sta cercando di reintegrarsi nella società “come i carcerati di Fossombrone tra i quali ci sono ad oggi 29 iscritti a 7 corsi di laurea”.
La ministra Bernini: “Storia e innovazione”
“Le studentesse e gli studenti qui possono studiare a Palazzo Battiferri o alla biblioteca San Girolamo. Questa è la luce che illumina il futuro. L’obiettivo è preservare le tradizioni con innesti di internazionalità”. Proprio l’internazionalizzazione, insieme alla contaminazione e gli investimenti sono, secondo Bernini, i requisiti necessari a rendere l’università italiana competitiva e rivolta al futuro.
La ministra ha poi ripreso il tema dell’intelligenza artificiale già affrontato dal rettore Calcagnini: “Deve avere alla base quella umana perché la sua stessa programmazione è umana. Chi più e meglio di Urbino può prendere la forza per il futuro dalle sue radici. Questo vale anche per l’Intelligenza artificiale”.
Ma Urbino non è solo da guardare per il suo passato. “È un’università che trae la sua spinta e la sua forza da un Rinascimento che nella sua università non finisce mai” ha detto Bernini, che ha poi aggiunto: “Grande tradizione, storia e bellezza e, soprattutto, grande capacità di innovazione”.