Massimo Di Patria: “Lascio un tribunale sotto organico, Urbino non attraente per i lavoratori della giustizia”

Il presidente del tribunale di Urbino Massimo Di Patria
di CHIARA RICCIOLINI

URBINO – Massimo Di Patria, presidente del tribunale di Urbino, prossimo a concludere il proprio incarico in vista del trasferimento a Forlì, lascia un’amministrazione gravemente sotto organico, in una città, a suo dire, irraggiungibile e non appetibile per i lavoratori della giustizia.

Quali sono i problemi dell’amministrazione del tribunale?

Il personale è largamente insufficiente. Il ministero della Giustizia non manda dipendenti e quelli che sono designati non vogliono venire perché Urbino è isolata, non adatta alle famiglie, ma neanche ai single, che la sera dopo il lavoro non sanno che fare, a meno che non si uniscano agli studenti nei bar. Questa carenza è causa di rallentamenti e di grande fatica in tutta l’amministrazione

Questo influisce anche sulla lunghezza dei processi?

Inevitabilmente la carenza di organico rallenta i processi, poiché limita il numero di udienze.

Quali sono le professionalità che mancano?

Su due direttori amministrativi uno è distaccato a Pesaro, l’altro è assente per malattia da oltre un anno. Ci sono solo tre funzionari su quattro e da sette anni abbiamo un solo cancelliere quando dovrebbero essere tre; gli assistenti sono cinque invece di otto. Ci sono due operatori, ma uno è assunto dalla Corte d’Appello a tempo determinato. I commessi sono due, ma una andrà in pensione a ottobre. Riguardo ai due autisti, uno ha diritto ai permessi retribuiti previsti dalla legge 104 e l’altro ha un contratto part-time. I funzionari dell’ufficio del processo, infine, sono quattro su nove. Questa è la situazione, quindi, con un organico che anche a pieno regime, sarebbe comunque stato comunque inadeguato.

Cosa si potrebbe fare per rendere Urbino una destinazione attraente anche per i lavoratori della giustizia?

Urbino, che è diventata capoluogo, avrebbe bisogno di più spazi e attività per diventare adatta alle necessità di persone adulte e lavoratrici. Bisognerebbe trasformare Urbino in un capoluogo vero, non solo per portare i consiglieri comunali a 32, ma per farne sede di uffici provinciali, in modo da non gravitare sempre intorno a Pesaro.

Secondo i dati raccolti dal Ducato sui processi, i reati maggiormente commessi sono i maltrattamenti familiari, le lesioni personali e le truffe. Quali sono le motivazioni?

Ci sono anche molti casi di bancarotta a causa del periodo di crisi economica che il territorio sta attraversando e che ha portato molte aziende al fallimento. I maltrattamenti sono spesso frutto di situazioni di disagio sociale. Molti si consumano in un sostrato sociale svantaggiato dal punto di vista culturale ed economico. La droga è un altro tema importante: cocaina e marijuana sono le sostanze principali vendute e consumate soprattutto nelle zone limitrofe. Il fenomeno non è legato alla presenza degli studenti, ma piuttosto a persone non italiane.

L’inchiesta del tribunale di Perugia sul presunto monitoraggio abusivo degli archivi informatici riservati su politici e personaggi pubblici, in cui sono indagati tre giornalisti de il Domani, che avrebbero utilizzato i risultati di questa azione illecita per la pubblicazione di articoli, è il tema maggiormente discusso in questi giorni sulle testate nazionali. Quali sono i limiti del diritto di cronaca che un giornalista dovrebbe rispettare, a suo avviso?

Bisogna essere molto cauti perché questo è un terreno scivoloso e va sempre tenuto presente il diritto dei cittadini a essere informati. Tuttavia io sarei molto prudente nell’affermare che sia giusto pubblicare notizie di provenienza illecita, anche se verificata. Un conto poi è che si parli di notizie isolate, un altro è che ci sia uno scambio sistematico. Cosa significa verificare la fonte? Significa non solo verificare che è attendibile, ma anche verificare che è lecita, o mi sbaglio?

I giornalisti, a dire il vero, hanno il solo obbligo di accertarsi che la fonte sia affidabile, che la notizia sia verificata, di interesse pubblico e che sia scritta in un linguaggio non offensivo, come stabilito dalla Corte di Cassazione. Non è d’accordo?

Penso che i giornalisti si debbano sempre chiedere perché una fonte segnala una notizia e se vi sia un secondo fine. Non so, è un terreno per me molto scivoloso, ma non solo per me, soprattutto per chi indaga. Mettere a processo i giornalisti non fa piacere a nessuno, nessuno vuole mettere limiti alla libertà di stampa.

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