URBINO, 5 MAR – Un artigiano della provincia di Pesaro e Urbino in difficoltà finanziarie, senza accesso al credito delle banche, si è risolto, nel 2017 a chiedere aiuto a un mediatore finanziario. Lo stesso che ora è sul banco degli imputati per truffa perché, a fronte di un anticipo per la mediazione, il finanziamento (300 mila euro), che doveva partire da una società uruguaiana attraverso banche estere, non è mai arrivato. Nell’udienza di questa mattina, la giudice Alessandra Conti ha ascoltato l’imputato e un testimone della difesa.
Il primo a parlare è stato il testimone, che ha raccontato del primo incontro tra le parti: M.C., l’imputato, e R.C., l’artigiano, assente in aula, e rappresentata dal suo legale, l’avvocato Gilberto Ottaviani.
La vicenda
Nel 2017 R.C. era un artigiano in forti difficoltà economiche e dopo essersi visto negare finanziamenti per la sua attività dalle banche italiane, viene messo in contatto con M.C., che gli promette di procurargli una linea di credito, una condizione obbligata in quanto R.C. è già stato dichiarato insolvente in Italia. R.C. versa così 4 mila e 500 euro come anticipo per ottenere l’intermediazione. La richiesta è di 300 mila euro da restituire in 15 anni e al 2% di tasso fisso.
Per tre anni il broker continua a rassicurare: il finanziamento arriverà, bisogna aspettare. Ma nel frattempo anche lui perde i contatti con un altro intermediario, quello da cui dovranno arrivare i soldi: F.F.
Il racconto di M.C.
Al processo M.C. si definisce un mediatore creditizio. L’operazione prospettata prevedeva l’apertura di una linea di credito di 5 milioni di euro totali in una banca estera. Il tutto grazie al contatto con un altro intermediario, F.F., di una società di consulenza con sede in Uruguay. Il progetto era quello di acquistare obbligazioni straniere o un titolo pubblico sempre estero, su cui M.C., in aula, è stato molto vago.
Dalla liquidazione di questo titolo sarebbe derivato il finanziamento di 5 milioni, di cui 300 mila destinati a R.C. Coinvolti in questa operazione anche altri soggetti e lo stesso M.C.
M.C. ha dichiarato: “Personalmente ho investito molto più di 4 mila 500 euro, e anche io sono vittima di questa truffa, perché F.F. ha incassato i denari sia miei sia di R.C. (75 mila euro secondo l’imputato, ndr) e ora li sta spendendo”.
Il broker ha mostrato in aula la querela che nel 2019 ha presentato contro la società uruguaiana ed F.F. alle forze dell’ordine di Busto Arsizio, archiviata però dal Giudice per le indagini preliminari.
Dopo aver ascoltato il testimone e l’imputato, la giudice Conti ha rinviato l’udienza al 4 luglio.
m.d. a.g.