Tribunale di Urbino, la fotografia: processi penali, durata e reati più comuni

di MARIA DESSOLE

URBINO – Nel piccolo tribunale di primo grado di Urbino, dove l’organico è scarso e il territorio di riferimento molto esteso, i tempi del processo sono lunghi, si può stimare ancora di più della già alta media nazionale. E tra un udienza e la successiva passano almeno cinque o sei mesi.

La lentezza dei processi in Italia è un dato conosciuto. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha più volte sanzionato il nostro Paese per non aver rispettato la “ragionevole durata del processo”. A seguito delle condanne da parte della Corte di Strasburgo, il Parlamento nel 2001 ha stabilito i termini di durata ragionevole del processo nella legge 89: tre anni in primo grado, due in secondo grado e un anno nel giudizio di legittimità (Cassazione).

Al tribunale di Urbino, i processi penali di primo grado tuttora in corso hanno una durata media che si avvicina ai tre anni (e non sono ancora conclusi). Già superiore a quella italiana che è di un anno e quattro mesi.

I dati, raccolti ed elaborati dal Ducato tra dicembre 2023 e marzo 2024, si riferiscono ai processi penali di primo grado in corso al tribunale di Urbino. Tra i processi presi in considerazione, oltre 200, circa 22 sono in corso da oltre 6, 7 o 8 anni. Uno di questi, che presenta una particolare complessità data dal numero degli imputati, è in corso da ben 11 anni.

Un altro dato emerso dalla nostra elaborazione è il lasso di tempo che intercorre tra l’arrivo della notizia di reato e l’inizio del processo. Vi sono infatti notizie di reato che sembrano essere state sulla scrivania delle autorità competenti per lunghissimi periodi, che toccano un picco di 6 anni.

I reati più comuni

Tra le informazioni raccolte, l’articolo del codice penale per cui si procede è uno dei dati più interessanti. Siamo arrivati a strutturare una mappa dei reati: abbiamo diviso gli articoli seguendo le “famiglie” del codice penale. Un gruppo per i reati contro la persona (lesioni, violenza, maltrattamenti), uno per i reati contro i beni (truffa, furto) e per gli altri reati che ledono la pubblica amministrazione o si riferiscono a reati fallimentari.

Dal grafico si nota come quelli contro la persona costituiscono la famiglia più numerosa dei reati giudicati dal tribunale di Urbino.

Violenza, minacce e maltrattamenti in famiglia

Spiccano per l’elevato numero da noi registrato le lesioni e le minacce. Questo dato è in linea con quello della provincia di Pesaro e Urbino rilevato da Lab24, l’area di approfondimento del quotidiano Il Sole 24 Ore.
Le minacce denunciate a livello provinciale sono state oltre 300, mentre le denunce di lesioni sono state 360.

Secondo i dati raccolti dal Ducato il reato contro la persona più frequente è la lesione personale, seguito da minacce e atti persecutori. Tanti sono i processi che hanno coinvolto minori, interi nuclei familiari, e in cui sono stati contestati maltrattamenti in famiglia, che in ragione della sensibilità dell’argomento, non permettono al pubblico di assistere.

Il Ducato ha dedicato molto spazio al tema della violenza di genere nei passati mesi. Con l’aiuto del centro anti violenza di via Sasso, della procuratrice del tribunale Irene Lilliu e della psicologa dello sportello dell’Università Carlo Bo Chiara Angione, siamo stati in grado di ricostruire per il biennio 2022-2023 una tendenza che ci permette di confermare frequentemente che i reati contro la persona sono rivolti contro le donne.

Truffe, furti e danneggiamenti

Dai dati raccolti appaiono tra i reati più ricorrenti quelli contro il patrimonio, che vanno a danneggiare, ridurre o comunque modificare i beni di una persona.

In linea con i dati a livello provinciale, elaborati dal Lab24 del Sole24ore il reato più comune è il furto. In questo dato sono compresi gli scippi e i furti in abitazione. Secondo i più recenti dati Istat a livello nazionale le denunce di furto sono aumentate del 20% tra il 2022 e il 2023.

A seguire, sempre tra i reati contro il patrimonio, troviamo la truffa e le frodi informatiche. Tante volte ci è capitato, seguendo la cronaca giudiziaria, di imbattersi in processi per truffa. Alle volte articolate, fantasiose, con intermediari sudamericani e per somme consistenti. Nella maggior parte dei casi chi truffa lo fa con due o più complici.

Anche il presidente del tribunale di Urbino Massimo Di Patria, che tra poco si trasferirà a Forlì lasciando il suo incarico, nell’intervista rilasciata a al Ducato ha confermato questo dato.

Bancarotta e altri reati fallimentari

Al di fuori del codice penale, tra i reati ricorrenti c’è la bancarotta e i reati fallimentari. Il presidente Di Patria lo ha confermato nell’intervista “ci sono tante bancarotte a Urbino, perché c’è una grave crisi economica. Tante aziende falliscono”.

I reati legati allo spaccio di stupefacenti, all’immigrazione e alla detenzione illegale di armi, insieme a quelli del codice della strada, sono una minoranza. Nella provincia di Pesaro e Urbino, secondo i dati raccolti dal Sole24ore, le denunce legate allo spaccio e alla produzione e traffico di droghe sono state 155 nel 2023. Uno dei 10 reati più comuni nella regione.

La carenza di personale

Il tribunale di Urbino soffre, come tutti i tribunali in Italia, di una carenza di personale che “rallenta i processi, poiché limita il numero di udienze” ha detto Di Patria durante l’intervista rilasciata al Ducato.

La riduzione dei tempi dei processi penali e civili sono alcuni degli obiettivi del Pnrr in materia di giustizia: tagliare del 25% il tempo i primi, e del 40% i i secondi. In merito all’organico è il Consiglio superiore della magistratura a individuare il numero di risorse necessarie per affrontare la carenza, che a livello nazionale si attesta intorno al 15%. Sarebbero 1.652 i magistrati necessari.

La raccolta dei dati

A partire da dicembre 2023 la redazione del Ducato ha raccolto i dati delle udienze dei processi penali che si sono svolte al Palazzo di giustizia di via Raffaello 28.

Le informazioni di oltre 200 processi sono state inserite in un database con i seguenti campi: l’anno della prima udienza, il tipo di reato, l’anno in cui le autorità competenti sono state informate del reato. Partecipando alle udienze pubbliche abbiamo potuto ricostruire il dato di quanto vengono rinviate le udienze, e delle ragioni per cui i tempi delle singole sedute sono così lunghi.

Una volta ordinati ed elaborati i dati abbiamo utilizzato un sistema di visualizzazione delle informazioni, Flourish, con l’aiuto del quale sono stati fatti i grafici che accompagnano l’articolo.

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