di LAURA NASALI
URBINO – Una vita passata fra le strade di Potenza ma con uno sguardo che sapeva vedere lontano. Giuseppe Granieri non ha mai lasciato la sua Basilicata ma grazie ai suoi studi innovativi sul mondo della rete è comunque riuscito sempre ad essere interprete di quel mondo che stava cambiando così velocemente. “La sua era una mente fuori dal comune, talmente tanto da essere in grado di influenzare tutti pur rimanendo sempre nel suo paesino di nascita. Giuseppe sapeva vedere dove gli altri non erano in grado” racconta l’amico e collega dell’Università di Urbino, Giovanni Boccia Artieri.
Pioniere della cultura digitale in Italia, Granieri è stato uno dei primi a capire il potenziale del “web sociale” (anche prima dei social network) e a spiegare con il suo primo libro cosa fosse la Blog generation, raccontando di come un gruppo di persone contribuisse a costruire una riflessione sulle trasformazioni comunicative. Conosciuto per essere uno dei primi blogger italiani, con il suo sito bookcafe.net fondato nel 1996, il suo legame con Urbino nasce proprio grazie ai blog. In occasione di un corso di laurea di pubblicità che si teneva a Pesaro e che organizzava i primi eventi in Italia sulla rete, Giuseppe Granieri fu invitato a partecipare insieme ad altri precursori del web, racconta Boccia Artieri. Le collaborazioni con l’Uniurb sono aumentate sempre di più fino ad arrivare alla cattedra all’Università di Urbino. In città Granieri insegnava Laboratorio di social media e web content management.
I primi passi sulla piattaforma Second life
Negli anni della campagna elettorale di Barack Obama, quando si sperimentava per la prima volta la corsa alle elezioni americane sulla piattaforma Second life, Granieri in Italia aveva già mosso i primi passi sullo stesso spazio digitale. “Second life esiste ancora anche se oggi lo definiamo metaverso. Si potrebbe dire che lui sia riuscito a individuarne il potenziale in anticipo. In questa piattaforma si utilizzavano degli avatar ,si sviluppavano dei progetti, era un vero e proprio mondo immersivo e tridimensionale visibile attraverso lo schermo del computer” spiega il docente.
Granieri investiva tempo in tutti quelli che erano progetti incentrati sulla cultura del digitale. Concentrato sui movimenti di innovazione proposti dalla rete, ha collaborato a lungo con una casa editrice di Milano, 40K, per produrre libri che fossero solo in versione digitale e fatti per il digitale. Si era impegnato a cercare autori provenienti da tutto il mondo disposti a credere in questo nuovo progetto.
Il turismo e il digitale
“Ciò che più rimarrà di lui è la sua capacità di aggregarci intorno ai suoi progetti legati in particolare alla sua terra, la Basilicata” racconta Boccia Artieri mentre ricorda il progetto sul turismo e il digitale che lo studioso propose a Matera. “Era una tematica di cui si parlava da poco in Italia. Giuseppe ci aveva raggruppati tutti insieme a Matera e ricordo che all’improvviso si mise a nevicare. Ciò che mi rimane di quei giorni è quel territorio rurale innevato e quel clima contemplativo che si era creato pensando al grado di innovazione che avremmo potuto raggiungere puntando su quel progetto. Giuseppe era questo, legato alla terra ma con uno sguardo che sapeva volare lontano” conclude l’amico.