Urbino, riapre la scuola: no al cellulare, sì ai bermuda. La dirigente Farinelli: “Il 99% dei docenti è in cattedra”

Alunni all'ingresso della Volponi-Pascoli a Urbino
di MARIA CONCETTA VALENTE

URBINO – Otto del mattino, la piazzetta all’ingresso della scuola Pascoli di Urbino comincia ad affollarsi. Con un click una mamma ferma in una foto ricordo il primo giorno di scuola del piccolo Marco. C’è chi invece davanti all’obiettivo non sorride, come Davide, che piuttosto nasconde il viso nella pancia del papà e poi senza farsi vedere si asciuga le lacrime. Erica non vuole lasciare andare la sorellina che quest’anno andrà alle elementari, mentre lei è ancora alla materna. “C’è troppo sole per andare a scuola” esclama Riccardo, che quest’anno inizierà la prima media ma forse preferirebbe continuare a giocare a pallone con gli amici in piazza. La buona notizia è che, col caldo che fa ancora, la preside ha concesso di indossare ancora i bermuda. Da quest’anno niente cellulari in classe però, ma all’istituto Volponi-Pascoli la norma è già in vigore da qualche anno.

All’entrata le emozioni degli alunni e dei genitori che li accompagnano sono contrastanti. Sarebbe divertente entrare nei loro “quartier generali” come nel film d’animazione Inside Out. Gioia di essere alla “scuola dei grandi” e di ritrovare gli amici. Ma anche paura per quel che verrà e tristezza per la fine delle vacanze.

Maria Lorena Farinelli, Dirigente scolastica Istituto comprensivo Volponi-Pascoli

Oggi 1.270 alunni del nuovo Istituto comprensivo Volponi-Pascoli sono entrati nei 17 edifici distribuiti nei comuni di Urbino e Petriano: otto scuole dell’infanzia, sei primarie e tre secondarie. “Il primo giorno di scuola è un giorno di passaggio dal grado inferiore al superiore. Un momento importante non solo per i ragazzi che si accingono a entrare dopo le vacanze, ma anche per noi operatori scolastici” ha detto la dirigente dell’istituto comprensivo Maria Lorena Farinelli. Se nel resto d’Italia centinaia di cattedre sono ancora scoperte, a Urbino il 99% dei docenti è seduto, riferisce: “È un risultato non da poco. I ragazzi hanno già i loro docenti e li possono finalmente conoscere, nominare e rispettare nell’interazione didattica alunno – docente”.

Le novità di quest’anno: dai telefoni all’educazione civica

Una novità dibattuta anche a livello nazionale riguarda lo stop all’utilizzo dei cellulari a scuola. Una circolare del ministero, infatti, impone il divieto anche per l’uso didattico a partire dagli istituti d’infanzia fino alle scuole secondarie. “Si tratta di una misura che abbiamo anticipato”, ha detto soddisfatta la dirigente. “Già negli anni precedenti alla scuola secondaria abbiamo approntato le misure necessarie affinché i cellulari venissero lasciati in una scatolina, poi riposta e consegnata a fine mattinata”.

Gli effetti positivi, oltre a essere confermati da importanti studi internazionali, sembrano essere evidenti soprattutto a livello sociale: “Durante la ricreazione i ragazzi socializzano, parlano e si distaccano un po’ da quello che è uno strumento utile, ma anche un vizio di cui spesso non si riesce a fare a meno”. A disposizione di ciascun alunno ci sarà un tablet, la cui distribuzione ed utilizzo a fini didattici però, dovrà essere deciso e autorizzato dal docente.

Alunni e genitori all’ingresso della Pascoli a Urbino

C’è poi Il decreto con le linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica, firmato dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara a pochi giorni dall’inizio. Quest’anno, come si legge nella circolare, “i traguardi e gli obiettivi dell’insegnamento saranno definiti a livello nazionale”. Sono previste 33 ore distribuite nell’anno scolastico per sviluppare conoscenze e abilità relative all’educazione alla cittadinanza, alla salute e al benessere psicofisico, oltre che al contrasto delle dipendenze, all’educazione ambientale, finanziaria, stradale e digitale. “La stella polare sarà la Costituzione italiana” ha detto il ministro e ha ribadito anche Farinelli. “Sarà un insegnamento trasversale, che ci dà la possibilità di raffinare quanto fatto finora”, ha aggiunto.

In deroga al regolamento, si starà comunque un po’ più freschi. “Quest’anno – ha detto Farinelli – viviamo un inizio scuola molto caldo. I ragazzi mi hanno chiesto se potessero portare i pantaloni corti e ho detto di sì”. È finita la scuola, una mamma chiede: “Come è andato il primo giorno?”. Il bimbo resta in silenzio. Poi domanda: “Devo tornarci anche domani?”.

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