di CARLA IALENTI e MARIA DESSOLE
URBINO – Dalla sua inaugurazione la mostra “L’emozione della pittura moderna”, che ha riportato in città le opere di Federico Barocci, ha fatto registrare un aumento del 20% del numero di visitatori di Palazzo Ducale. A dirlo è il direttore della Galleria Nazionale delle Marche Luigi Gallo, curatore della mostra insieme ad Anna Maria Ambrosini Massari, docente di Storia dell’arte moderna all’Università di Urbino. I due hanno unito le energie con Giovanni Russo, funzionario storico dell’arte e Luca Baroni, direttore della Rete museale Marche nord.
Federico Barocci l’urbinate
Innamorato del panorama della sua Urbino, Federico Barocci ne dipinse tra ‘500 e ‘600 gli scenari più noti come sfondo delle sue opere. Per questo suo attaccamento Barocci è considerato il pittore di Urbino ancora più di quel Raffaello Sanzio che, sebbene abbia fatto la storia dell’arte, ha preferito Roma alla sua città natale.
In particolare sono i torricini del Palazzo Ducale a comparire più spesso, facendo da quinta teatrale all’Annunciazione, alle Sepoltura di Cristo e anche ad alcune scene domestiche tratte dalla Bibbia.
L’emozione della pittura moderna
Fin dall’inizio del suo mandato nel 2020, il direttore Luigi Gallo sognava di riportare le opere del pittore nella città ducale. Con un’esposizione di 77 opere tra disegni e dipinti, provenienti da oltre 20 musei, congregazioni religiose e privati, il suo progetto si è finalmente concretizzato. La mostra, iniziata questo giugno, finirà il 6 ottobre.
I prestiti
Tanti i luoghi di provenienza delle opere: la Galleria degli Uffizi di Firenze, quella nazionale d’arte antica di Palazzo Corsini, una galleria di Vienna, anche dall’ambasciata d’Italia a Londra. Alcune delle opere, in particolare nella sezione dei ritratti, non erano esposte al pubblico da tanti anni. Una in particolare è un arredo dell’ambasciata d’Italia a Londra, racconta Luca Baroni, studioso del Barocci. Si tratta di un grande ritratto d’uomo che “è stato molto apprezzato dagli studiosi che l’hanno visto per la prima volta” aggiunge Baroni.
Artista controcorrente e rivoluzionario
L’uso dei colori, le incisioni e i disegni fanno del pittore urbinate un artista rivoluzionario. Ma è la scelta di lasciare il principale centro culturale dell’epoca, Roma, per la piccola città ducale, che ne fa un pittore controcorrente. “Per lui è Urbino il luogo dove può sviluppare pienamente le sue abilità creative e allo stesso tempo avere un’indipendenza come artista che in altre città non avrebbe avuto”, aggiunge Baroni, che lo descrive non solo come “un pittore eccezionale ma anche uno sperimentatore”.
Per problemi legati alla conservazione delle opere in esposizione, nonostante il successo riscosso, la mostra non sarà prorogata. Il 6 ottobre è quindi l’ultima occasione per ammirare le opere. Il 3 ottobre il direttore Luigi Gallo farà da guida d’eccezione. La Galleria Nazionale delle Marche ha inoltre previsto un’estensione dell’orario di visita, permettendo l’ingresso fino alle ore 22, per le giornate del 5 e del 6 ottobre in occasione del Festival del giornalismo culturale.