Orto Botanico di Urbino, arte e natura si uniscono. L’artista Lepore: “Imago Terrae mostra visionaria”

di RAFFAELE DI GAETANI

URBINO – Una porta fatta di vetri colorati su cui si riflette la luce del sole, una grande varietà di piante e le persone che camminano lente con il naso puntato in alto per osservare le canne di bambù. Oltre a chi si dirige in modo frenetico a lavoro o all’università, c’è anche chi decide di isolarsi in un luogo magico come l’Orto Botanico. Scendendo le scale dopo l’ingresso c’è una serra del 1800 in cui non ci sono piante, ma disegni tracciati su garze trasparenti e sculture sospese in cui la carta velina e il ferro si mischiano creando forme vegetali. Sono queste le opere d’arte della mostra “Imago Terrae” realizzata dall’artista Giancarlo Lepore che rimarranno in esposizione all’Orto Botanico di Urbino fino al 30 settembre.

Il senso di Imago Terrae

“Questo è un luogo magico e funziona molto bene come contenitore per l’arte. È una mostra visionaria. È un po’ come quando si fa una passeggiata o quando ci si stende al mare e si guardano le nuvole nel cielo. Tutte queste visioni sono un modo per pensare a se stessi e all’universo” dice Lepore.

Per lui questa mostra è stata “un punto di arrivo nella strada verso la leggerezza”. E osservando le sue sculture questa sensazione è percepibile non solo perché sono sospese all’interno della serra e si muovono quando arriva un po’ di vento, ma anche per la carta velina scelta come materiale e il colore bianco tenue che trasmette essenzialità. Lepore precisa come “la leggerezza non vuole essere intesa come disimpegno. Ma ha a che fare con il pensiero e con quello che ci succede intorno” e sul messaggio che intende lanciare dice:” Voglio trasmettere la serenità. Non intesa in senso egoistico ma che ci tenga tutti quanti insieme”.

Unire natura e arte

Il prefetto dell’Orto Botanico Andrea Pompa spiega che il rapporto con questo artista non è una novità per la struttura: “Lui viene dall’Accademia delle Belle Arti e con Urbino ha sempre avuto un contatto molto stretto. Collabora da diversi anni con noi. Abbiamo voluto creare un momento in cui l’artista potesse entrare in questo luogo con una sua mostra personale”.

Lepore ricorda anche il motivo all’origine della collaborazione: “Il mondo dell’arte oggi offre meno supporto all’artista e quindi il giovane deve diventare promotore di sé stesso. Per questo ho organizzato molti progetti trovando contatti sul territorio. Qui all’Orto Botanico ho fatto una prima mostra vent’anni fa con alcuni dei miei studenti”.

Bene l’affluenza

Sul riscontro del pubblico Pompa dice: “È stata apprezzata sia dagli addetti ai lavori che dai visitatori. Sono arrivati artisti sia dalle Marche che da fuori regione per capire il tipo di interazione tra l’orto botanico e questa mostra. Molte persone quando arrivano chiedono dove possono vedere la mostra e chi è l’artista – e sull’importanza per la struttura – È un ritorno molto importante dal punto di vista della visibilità”.

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