Urbino, il Comune vuole sgomberare la discoteca Buta 3 per morosità. Il titolare: “Bisogna rifare i conti”

Entrata del circolo
Di RAFFAELE DI GAETANI

URBINO – Sul suo account Instagram, il Buta 3 invita tutti oggi, 3 ottobre, per la sua riapertura dopo la pausa estiva. Ma sul circolo ex Bunker 83 – più noto come discoteca – aleggia l’ombra di una disputa tra i gestori e il comune di Urbino. Che contesta i mancati pagamenti dell’affitto (18.750 euro l’anno) e l’inadempimento del 50% delle imposte di registrazione annuali. Per questo motivo, con la determina numero 87 il Comune ha dato mandato all’avvocato Valentino Severi di intimare lo sfratto per morosità “con contestuale citazione per la convalida e richiesta di decreto ingiuntivo per i canoni scaduti”.

La vicenda

Il contratto, tutt’ora in vigore e rinnovato fino al termine del 2029, era stato stipulato nel 2011 con la delibera della Giunta comunale 144, quando il nome del circolo era “Bunker 83”. Poi nel 2019 la gestione è cambiata ed è diventato “Buta 3”. Ed è proprio alla nuova direzione che il Comune di Urbino contesta il mancato pagamento degli affitti compresi tra il 2020 e il 2024 e del 50% delle imposte di registrazione per lo stesso periodo. Già con la delibera di Giunta 238/2023 il Comune di Urbino aveva deciso di intraprendere un’azione legale per ottenere lo sfratto, la risoluzione per inadempimento e lo sgombero dell’immobile.

La voce del presidente

“La nostra associazione è copertissima e possiamo onorare il debito in qualsiasi momento purché i conti vengano fatti bene. Vogliamo un ricalcolo” dice il presidente del Buta 3 Giacomo Lucchetti che afferma di aver saputo delle richieste di adempimento del Comune “solo pochi mesi fa”. Sul motivo del mancato pagamento dice: “È un discorso ingiusto che andremo ad approfondire con i nostri avvocati”.

Secondo Lucchetti, tra le cause delle difficoltà del circolo ci sono diverse ordinanze emesse dal Comune negli ultimi anni. Cita, ad esempio, il divieto di somministrazione di alcolici dopo le due di notte (tutt’ora in vigore) e le altre imposizioni passate come la chiusura dei locali dentro le mura entro la mezzanotte.

“Se avessimo saputo di tutte queste ordinanze non avremmo aperto il circolo” dice Lucchetti che sul tema aggiunge: “Al di là dello sfratto c’è l’intenzione di lasciare l’attività perché non si può lavorare con un Comune che dà le licenze per tutto e poi chiude i locali a mezzanotte”. Nel frattempo, l’intenzione per la serata inaugurale è quella di tenere aperto il locale dalle 23:30 fino alle 4 di mattina.

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