Fgcult 2024 – Le donne nel mondo dell’arte. Mariani: “Nei musei non c’è ancora parità di genere”

Di Raffaele Di Gaetani

URBINO – Le donne all’interno del mondo dell’arte sono state spesso delle muse ispiratrici per gli uomini, ma non con la stessa frequenza, e la stessa libertà, sono potute essere delle artiste. Il percorso verso il loro riconoscimento non è stato facile e non è ancora del tutto compiuto. È passato dall’impossibilità di studiare come gli uomini alla paura di questi ultimi di vedere aumentata la concorrenza. Eppure, come spiegato dall’esperto di storia dell’arte Costantino D’Orazio durante il panel “Arte e architettura” al Festival del giornalismo culturale, molti sono stati i passi avanti rispetto al passato: “Ci sono opere di donne che hanno valore equiparabile se non superiore a quello degli uomini. E lo stesso vale anche nelle esibizioni. Mentre nei musei si è proprio decisa una programmazione di acquisto di opere delle artiste”.

Dall’antica grecia a Marina Abramovic

Per la professoressa di Storia dell’arte alla Sapienza di Roma Raffaella Morselli per comprendere il ruolo femminile nell’arte oggi occorre partire da lontano: “Nel 1400 per una donna, essere artista era una sfida. A loro era precluso avere un atelier quindi bisognava necessariamente imparare dal padre e dal fratello. Era una corsa a ostacoli”. Oggi ci sono artiste di primo livello come Marina Abramovic, ma il loro arrivo è stato ritardato anche per colpa dei “colleghi maschi che hanno impedito in passato, attraverso l’impossibilità di conoscere l’anatomia del corpo maschile, la realizzazione delle opere pubbliche. A causa di questo non potevano riprodurre le immagini bibliche”.

La rivoluzione delle donne

Un passaggio fondamentale è stata la produzione di autoritratti. La storica dell’arte Francesca Cappelletti afferma: “Era un modo di presentarsi utilizzando il proprio talento e mostrarlo”. Poi nel 1800 c’è stato il passaggio successivo, sottolinea la storica dell’arte Ilaria Marielli Mariani: “Le donne iniziano a potersi formare. Poi Napoleone fonda l’Accademia delle Belle arti in cui possono accedere anche le donne. Le opere delle artiste ci sono ma vanno tirate fuori dai depositi”.

Lo sguardo femminile oggi

Le donne hanno iniziato a ricoprire anche ruoli rilevanti, dice Cappelletti: “Alla Galleria Borghese c’è quasi sempre stata una direzione femminile dal dopoguerra ad oggi”. Per Mariani però la strada da fare è ancora lunga: “È vero che ci sono molte opere dal passato però non c’è ancora parità di genere all’interno dei musei. Due anni fa la direttrice della Galleria nazionale d’arte moderna Cristiana Collu aveva calcolato le opere delle donne ed erano circa il 10%”. Sulla possibilità invece di aprire in Italia un Museo Nazionale delle donne, Cappelletti sostiene che “le opere delle donne devono essere messe insieme a tutte le altre nei musei”.

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