di ANNALISA GODI
URBINO – Prosciolti da tutti i capi d’imputazione 34 su 35 indagati per irregolarità su assunzioni e appalti all’interno di Urbino servizi, la società partecipata al 100 per cento dal Comune di Urbino. Resta in piedi solo l’accusa di falso in atto pubblico per Paride Sciamanna, ex direttore della partecipata comunale, per il quale si aprirà il dibattimento.
I reati contestati erano 30, tra i quali delitti contro la pubblica amministrazione e la fede pubblica, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione di persona incaricata di pubblico servizio e abuso d’ufficio, abolito a luglio di quest’anno.
La vicenda giudiziaria
Le indagini della Guardia di Finanza sono iniziate nel 2017 a seguito di un esposto dell’ex vice sindaca Maria Francesca Crespini, che sollevava dubbi sulla nomina di Sciamanna a direttore di Urbino servizi nel 2016. Durante questo periodo sono stati intercettati 13 telefoni e 31 linee telefoniche.
Il processo preliminare è iniziato nel 2020 e vedeva imputate 40 persone. Tra questi vi erano anche tre ex presidenti della società, Giorgio Cancellieri (in carica all’inizio del processo), Andrea Derogati e Fabrizio Ugolini e la stessa Crespini. Ma anche tanti dipendenti sia della partecipata che del Comune.