di ANDREA BOCCHINI e MARIA CONCETTA VALENTE
ANCONA – Ci hanno messo circa un’ora e mezza. Quasi due. Partenza da Urbino. Piccola sosta al casello autostradale di Fano, per caricarne altri, e via fino ad Ancona. Sono scesi dal bus in trenta, ma “fra tutti siamo circa una cinquantina”, riferisce al Ducato Francesco Veterani, di Sinistra per Urbino, membro del comitato No alla discarica di Riceci e oggi uno degli organizzatori della trasferta. Un “lungo” viaggio che hanno fatto per partecipare alla manifestazione No G7.
Il corteo è stato organizzato dalla rete #Notonmybody per protestare contro il vertice dei ministri della Salute dei grandi sette che ha avuto luogo dal 9 all’11 ottobre proprio nel capoluogo dorico. Una manifestazione, che ha visto una grande partecipazione, e che è partita alle 17 da Piazza Cavour, arrivando fino al Monumento ai Caduti (Passetto) per poi ritornare su fino a Piazza Roma.
Urbino c’è
E Urbino è stata presente. Non solo. Alcuni dei camici della città ducale – chirurghi ospedalieri e medici di base – erano capofila al grido di: “La salute non si tocca, la difenderemo con la lotta” e tenendo in mano un grande striscione con scritto “sanità pubblica libera, universale e gratuita”.
Un messaggio chiaro che, al Ducato, ribadisce anche Rita Ficarelli, dottoressa dell’ospedale di Urbino: “Siamo molto contenti di essere qui e di essere riusciti da quella serata – il riferimento è alla presentazione dell’evento del primo ottobre – a raggrupparci come operatori sanitari e come cittadini per difendere la nostra salute”. Una partecipazione, quella urbinate, che è una netta presa di posizione “nei confronti di un sistema sanitario nazionale che non è più pubblico”, aggiunge Mauro Covizi, medico di Urbino. “Ci troviamo di fronte a una sanità che è fortemente depauperata rispetto al suo obiettivo e che procede a due velocità: una ancora parzialmente pubblica e una fortemente indirizzata verso la privatizzazione”.
Sorridente e soddisfatto procede capofila del corteo Alfredo Rossini, anche lui medico del Santa Maria della Misericordia: “Ho preso le ferie per essere qui oggi e c’è anche chi è in permesso oppure ha aderito allo sciopero nazionale. Il corteo è lunghissimo, ci saranno tra le duemila e le tremila persone. È una giornata bellissima ed essere qui oggi è molto importante”.
Dal G8 di Genova Vittorio Agnoletto
Ma prima di finire a parlare, Rossini ci prende e dice “ora intervistate lui”: si tratta di Vittorio Agnoletto, politico, medico e attivista di Medicina Democratica. E tra le altre cose, è stato anche portavoce del Genoa Social Forum, in occasione del G8 che si è tenuto a Genova nel 2001. “Nella sanità italiana è cambiato tutto ma in peggio. Oggi il servizio sanitario viene distrutto totalmente per consegnare la sanità al privato”. E poi fa un esempio: “Il ministro Schillaci, annunciando i lavori del G7, ha detto ‘uno dei punti centrali sarà la prevenzione’. Ma con che faccia ne parla se in un anno ha tagliato il 18% dei fondi destinati alla prevenzione?”.
Non solo medici
Ci sono anche i cittadini urbinati. “Siamo qui per il diritto alla salute e tutti gli altri diritti” dice al Ducato Giuseppe. “Tutti devono poter andare in un ospedale ed essere curati. La salute è un bene pubblico – scandisce – e non privato”, aggiunge Silvia. “Oggi il ministro della Salute ha presentato le Marche come modello della sanità nazionale. È vero. Sono un modello, nella misura in cui la sanità viene affidata ai privati”, sottolinea Stefano.
Ma dietro i camici bianchi, dopo i gruppi che difendono il diritto all’aborto e ancora i centri sociali delle Marche, ci sono i manifestanti pro Pal con bandiere alla mano e kefiah al collo. “Palestina libera” è il loro grido e sotto al Passetto accendono qualche fumogeno. Tra questi ancheYasmine, l’amica di Tiziano, il 24enne laureato a Urbino che, sabato scorso, è stato arrestato a una manifestazione a Roma. Ora agli arresti domiciliari. “Oggi Tiziano sarebbe sicuramente venuto e siamo qui anche per lui”.
Si fa sera. La musica continua a rimbombare a tutto volume. Bella ciao, Casa mia di Ghali, i Cento passi dei Modena City Ramblers e anche qualche pezzo di Guccini tra una strofa rap e l’altra. Ma il volume è eccessivo per una mamma e per suo figlio che tiene nel passeggino. La raggiungiamo. Si chiama Giorgia e dietro di lei uno striscione con scritto “Abortion save lifes”. “È molto importante inserire questo discorso sui diritti sessuali e riproduttivi, affinché tutte possano fare una scelta sul proprio corpo. Ho un bambino ma sono qua in difesa del diritto di scelta, di qualsiasi persona che voglia abortire”.