Morte per malattia sul lavoro, sotto accusa le polveri di legno. I testi: “Noi autisti portavamo la mascherina”

di CARLA IALENTI

URBINO – Erminio Granci ha lavorato per oltre vent’anni a contatto col legno. Dal 1984 come operaio della ditta Bigiemme e poi dal 2007 come autista della Dureco srl, azienda di autotrasporti di Urbania. Nel 2016 l’uomo è morto per adenocarcinoma sinonasale di tipo intestinale, un cancro che colpisce soprattutto chi inala polveri di legno. Aveva 67 anni.

Oggi al Tribunale di Urbino si è tenuta la penultima udienza del processo di primo grado a carico di Bruno e Benito Benedetti, titolari delle due aziende, accusati di omicidio colposo: l’accusa è di non aver formato né informato i dipendenti della pericolosità del pulviscolo. Se negli anni ’80 i rischi non erano ancora accertati, negli anni 2000 sono diventati noti. L’Inail, infatti, quando era ancora vivo, aveva riconosciuto il nesso tra la malattia di cui soffriva l’uomo e il lavoro svolto, come riferito dall’avvocato della parte civile (la stessa Inail) Vittorio Ceccarini.

Il consulente tecnico: dubbi sul nesso tra cancro e polveri di legno

Sono stati ascoltati tre testi nell’udienza di oggi. Danilo Divani, “ormai di casa al tribunale di Urbino” nel ruolo di consulente tecnico, come ha detto la giudice Benedetta Scarcella, lavora da vent’anni per gli imputati Bruno e Benito Benedetti come consulente per la sicurezza. Ascoltato in aula, ha tagliato corto: “Pesaro è famosa per la lavorazione del legno – ha detto – se questo materiale causasse il cancro ci sarebbero più casi nella provincia”. Ma la giudice ha ribattuto prontamente: “Non se le aziende adottano le misure di sicurezza”. Il consulente, però, si è detto sicuro che “i dipendenti della Dureco usassero la mascherina Ffp2” quando Granci lavorava per l’azienda, perché, ha sostenuto “li ho visti tante volte”. E ha insistito dicendo che Granci è l’unico morto per quel tipo di cancro: “Non ci sono e non ci sono stati altri con la stessa malattia in azienda”.

Gli operai della Dureco: “Usavamo mascherina, guanti e occhiali”

Gli autisti della Dureco hanno rassicurato sull’uso dei dispositivi di sicurezza. “Venivano usati guanti, mascherine e occhiali” ha detto Claudio Baldelli, autista dal 2001 e collega di Granci. E sul rischio ha ribadito: “Gli autisti stanno in cabina, non a contatto col legno, ma se devono scendere usano i dispositivi di sicurezza”.

A contatto col legno per oltre vent’anni

Ma per l’avvocato della parte civile Vittorio Ceccarini “il contatto con le polveri di legno è stato maggiore negli anni ’80, quando la vittima lavorava per la Bigiemme, all’interno e a contatto coi materiali in legno” e non “all’esterno, all’aperto” nell’azienda Dureco negli anni 2000, quando divenne autista, come dice il teste Baldelli.

La sentenza di primo grado verrà emessa il 3 dicembre alle 11. Dopo otto anni dall’inizio del processo si chiuderà quello che è solo il primo capitolo del processo per la morte di Erminio Granci.

Articolo aggiornato il 23 ottobre 2024 alle 17.18 con l’indicazione della parte civile, l’Inail, che in precedenza non era specificata

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