di LAURA NASALI, MARIA DESSOLE e CARLA IALENTI
URBINO – Il caffè preso al bar durante la pausa, una vita che scorre lenta tra le mura di una città dove il tempo sembra essersi fermato e tanta, infinita pastasciutta sia a pranzo che a cena: questa è Urbino vista con gli occhi degli studenti americani. Sono in tanti a scegliere la città ducale per uno scambio culturale. Che sia per frequentare corsi universitari, l’accademia di belle arti o per approfondire la lingua, gli americani si trovano a vivere nel centro storico, secondo loro non troppo diverso da un set cinematografico.
Il Ducato ha raggiunto alcuni di questi studenti che dalle Marche vivranno l’appuntamento elettorale più importante del 2024: le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, dove si scontrano la candidata democratica Kamala Harris e il candidato repubblicano Donald Trump.
Shock culturale
Per Graziela Guerra e Carolina Perales, 23 anni, è la prima volta in Italia. “Siamo qui grazie a un programma universitario. Studiamo architettura e questa città ci sta ispirando molto, siamo circondate da opere”. L’impatto una volta arrivate a Urbino è stato forte per entrambe. “All’inizio è stato uno shock. Qui si mangia davvero tantissima pasta e si cammina molto. Noi in America non siamo abituati a spostarci a piedi, prendiamo sempre la macchina per andare ovunque – racconta Graziela – poi qui siamo circondate da montagne. Da dove veniamo noi è tutto molto pianeggiante”.
Isabella Gill, 20 anni, la vive in modo simile. Arrivata in Italia grazie a un accordo tra gli atenei di Urbino e di Villanova in Pennsylvania, una volta scesa dall’aereo ha subito annusato un’altra aria: “Quando sono in America sono sempre stressata, qui invece sono tutti più rilassati, più tranquilli. Qui a Urbino c’è la voglia di sedersi per parlare con chi ti circonda”. È lo stile di vita italiano visto con lo sguardo americano.
Costantine e Veronica, la vita tra America – Italia
È nato e cresciuto a Washington D.C. ma il legame con l’Italia lo ha nel sangue. Costantine Panagiotis, 23 anni di padre greco, da sempre ogni estate si trasferisce tre mesi a Marotta, paese di nascita della madre. “Nonostante io conosca bene la zona, Urbino mi stupisce sempre – dice in un buon italiano – è talmente diversa dalle città statunitensi. Alcune volte ho l’impressione di camminare in un castello medievale dove il tempo sembra essersi fermato”. Oggi il suo obiettivo è iscriversi all’Accademia di belle arti di Urbino per studiare scultura. Anche le sue zie l’hanno frequentata ed è proprio grazie a loro che ne è venuto a conoscenza. “Il modo di vestire, il rapporto con l’altro e il cibo sono totalmente diversi in America. Ogni tanto qui mi sento fuori posto ma adoro l’Italia. Spero di restarci almeno un anno”.
Anche Veronica Fichera, 20 anni, studentessa di Giurisprudenza a Urbino, da sempre appartiene a due mondi: quello italiano e quello americano. È arrivata in Italia quando aveva solo due anni ma quando può raggiunge i parenti a Philadelphia, Stato in bilico (swing state) in queste elezioni.
I quattro studenti statunitensi, nel loro soggiorno studio a Urbino, si preparano al voto del nuovo presidente. Questa volta, a differenza delle altre però, saranno costretti a esprimere la loro preferenza a distanza. Per Veronica è la prima votazione presidenziale e anche lei invierà per posta la sua scheda elettorale.
Le elezioni vissute da Urbino
Alla domanda “voterai alle elezioni presidenziali?” tutti e cinque gli intervistati hanno risposto “potrei”. Esercitare il diritto di voto, che subito Graziela e Carolina definiscono un “nostro diritto come cittadine”, è possibile per quegli americani che, iscritti alle liste elettorali, si trovano all’estero. Isabella per esempio ha votato prima della partenza. “Quando gli studenti vanno all’estero o non saranno nel loro Stato il giorno delle elezioni, è una cosa comune votare in anticipo. Molte persone possono compilare una scheda chiamata absentee ballot. Questo ci permette di votare anche da lontano, il che è molto bello perché per me è davvero importante partecipare al governo e alla politica”. Veronica come Isabella compilerà la scheda a distanza. Anche Costantine risponde che sì, potrebbe votare anche lui. “Non ho ancora controllato come” dice avvicinando la mano alla tasca come per prendere lo smartphone e controllare in diretta, “ma se guardi online lo sai subito come fare”.
Sia Isabella, che Costantine che Veronica sono iscritti alle liste elettorali, Graziela e Carolina invece no, quindi non voteranno. “Non ci siamo registrate”, anche se specificano che prima di venire a Urbino l’organizzazione con cui sono partite ha fatto delle lezioni di orientamento “dove ci hanno insegnato un po’ di italiano e ci hanno dato informazioni su come votare dall’estero, ma era complicato, quindi non voteremo”.
Ma ai giovani americani interessa la politica?
Tutti e cinque gli studenti sanno come votare, una di loro lo ha già fatto, due hanno deciso di astenersi. Costantine, alle sue seconde presidenziali, ha deciso di prendere una terza via: voterà, ma per sé stesso. Alle elezioni del 2020 votò per il rapper Kanye West. Anche in questa tornata elettorale appare deluso “secondo me nessuno dei due è adatto a essere presidente”. “Ci spingono a votare perché è un nostro diritto come cittadini” dice Graziela.
Comune il pensiero che negli Usa i giovani americani tengano alla politica molto di più dei giovani italiani. Di questo tema si parla nelle scuole, in famiglia, sui social media. Anche la più piccola notizia in ambito politico viene ripresa su Internet e anche sulle piattaforme come Tiktok, arrivando così a tutti i giovani, ma questo secondo Isabella è “un grande problema”. “La maggior parte dei ragazzi riceve informazioni politiche dai social, che non sono fonti molto accurate”. Da studentessa di scienze politiche e comunicazione è attenta alla qualità delle informazioni e anche da Urbino non ha mai smesso di seguire la politica americana “anche se siamo qui è importante prestare attenzione a ciò che accade a casa”.
Pure nell’esperienza del marchigiano-americano Costantine i ragazzi negli Stati Uniti “sono molto più coinvolti nella politica, iniziano a discuterne già dal liceo”. Veronica è molto interessata all’attualità, con una prospettiva più italiana: “Sono sensibile ai temi ambientali e ai diritti civili, e alle scelte dei candidati, in particolare riguardo ai due conflitti in corso, in Ucraina e Medio Oriente”.