Usa 2024 – Urbino e l’America: export in calo e turismo per ricchi

Una turista americana a Palazzo Ducale di Urbino - foto Annalisa Godi
Di CHIARA RICCIOLINI

URBINO – Urbino e gli Usa. Il piccolo e il grande. Lo studiolo di Federico da Montefeltro e lo studio ovale della Casa bianca. Mondi lontani legati, però, da rapporti economici. Urbino (e provincia) esportano abbigliamento e prodotti alimentari, mentre “importano” turisti. Tuttavia l’export è in forte calo. I dati Istat riferiscono che nei primi sei mesi del 2024 le Marche hanno registrato un -41,3% complessivo, percentuale che si alza se si guarda i paesi extra Ue (-57,9%), in cui va considerato il pesante calo dell’export di prodotti farmaceutici verso la Cina (-94,9%).

Uno dei dati più rilevanti riguarda i prodotti tessili, di cui gli Usa sono un importante acquirente, con un -12,7%. Le aziende terziste marchigiane che lavorano per i grandi brand di lusso scontano il fatto che la Cina acquisti più sul mercato interno e il momento di incertezza che il Paese a stelle e strisce affronta in questa fase pre-elezioni. Il turismo statunitense è un’altra fonte di guadagno per la città: i visitatori dagli Usa sono una minoranza ma amano il lusso.

Secondo Luca Casagrande di Confartigianato Pesaro e Urbino “tutta la filiera della moda sta subendo e continuerà a subire nel 2025 un calo”. Le esportazioni verso gli Stati Uniti mantengono ancora il loro mordente. “Il know how delle aziende italiane e marchigiane non è sostituibile”. La situazione si complica con l’incertezza politica degli Usa che ha “scoraggiato un po’ gli acquisti dall’America”. Nessuna preoccupazione però su chi sarà il prossimo presidente americano. “Siamo tranquilli in qualsiasi modo andranno le elezioni”.

Il turismo, poco ma di lusso

I turisti americani a Urbino sono pochi, ma occupano una nicchia: quella dei soggiorni di lusso. Secondo il titolare del Residence dei Duchi “gli americani sono sempre stati una minoranza qui a Urbino. Nei momenti di incertezza economica, se c’è da tagliare una mèta al loro viaggio in Italia sicuramente Urbino è la prima che salta”.

Palazzo Giusti ha visto un buon afflusso di turisti made in Usa: “Qui da noi gli americani sono circa il 50% del totale. Principalmente vengono da New York, Massachusetts, qualcuno anche dalla California”. Gli ospiti sono descritti come “uomini facoltosi che amano Raffaello e l’Italia e non badano a spese. Vogliono le stanze migliori e spendono molto”. Anche l’hotel Ambrogi parla della rilevanza degli ospiti americani, con una percentuale del 30%.

Luigi Gallo, direttore della Galleria Nazionale delle Marche, riferisce che i visitatori americani costituiscono il 6-7% del totale. “Gli americani – commenta Gallo – sono molto interessati alla Galleria nazionale delle Marche, soprattutto al palazzo. Anche la mostra del Barocci è piaciuta moltissimo”. 

L’export agroalimentare

Sul fronte dell’export agroalimentare, le cose si complicano. La richiesta c’è, ma la burocrazia e i dazi doganali rendono il settore poco attivo. “Le spese di spedizione sono molto alte e la burocrazia è complicatissima,” afferma il titolare dello shop online “Tipicità marchigiane”.

L’azienda “Il marchigiano tipico” lamenta che “L’America sta chiudendo le frontiere commerciali. Le spese di spedizione sono elevate e la burocrazia complessa. Questo rende difficile l’export per le piccole aziende. Un nostro cliente dagli Usa ha riscontrato ritardi doganali di venti giorni per un pacco di formaggi, con tasse aggiuntive richieste dalla Fda”.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra e di terze parti maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi