Truffe telefoniche in aumento nella provincia di Pesaro e Urbino. Molte le segnalazioni sui social

di Maria Dessole

URBINO – È un post scritto in fretta quello pubblicato ieri mattina su Facebook da una nipote preoccupata che avvisa la comunità di stare attenti alle truffe telefoniche. In poche righe racconta del raggiro subito dal nonno, un signore di 84 anni residente a Urbania, a cui sono stati sottratti soldi e oro. La segnalazione si aggiunge alle numerose altre che in questa settimana hanno denunciato tentativi di truffa dalla simile metodologia, nei comuni di Urbino, Cagli, Fermignano, Sant’Angelo in Vado, Ca’ Gallo e Urbania.

La truffa ai danni dell’84enne è iniziata con una telefonata. “Lo hanno prima chiamato – scrive la nipote -, dicendogli che uno dei suoi figli aveva avuto un grave incidente con la macchina e aveva investito una donna incinta”. Facendo leva sull’emotività dell’anziano, gli è stato chiesto di “preparare tutti i soldi” per salvare il figlio da “conseguenze gravi”. Mentre l’84enne era ancora in chiamata con il truffatore, un complice si è presentato davanti a casa sua e si è fatto consegnare tutto ciò che c’era in casa, denaro e gioielli.

Un fenomeno in aumento

Nella provincia di Pesaro e Urbino il numero di denunce per truffe telefoniche e frodi informatiche è cresciuto del 6,4% tra il 2023 e il 2024. Sono circa 90 le denunce in più sporte durante l’anno.

Il dato è in linea con quello regionale che, secondo l’elaborazione fatta dal centro studi del Cna, segna una crescita del 6,7%. Le denunce totali in Regione sono passate dalle 6.192 del 2023 alle 6.661 del 2024.

Le truffe nella provincia di Pesaro e Urbino

Il Ducato ha intervistato il vicequestore Simone Pineschi, impegnato in attività di sensibilizzazione sulle “trappole” telefoniche, che colpiscono le fasce più vulnerabili della comunità. Il totale di truffe denunciate tra gennaio e ottobre 2022 è stato di 655. Il dato è aumentato del 3%, nel 2023 sono state 677 le segnalazioni alle autorità. Dall’inizio del 2024 invece le denunce sono già 727, in crescita del 7% dall’anno scorso e quasi dell’11% dal 2022.

“C’è stato un aumento del numero di denunce di truffe, specialmente quelle informatiche”, specifica Pineschi. Le persone più vulnerabili a questo tipo di pericoli sono gli anziani. Per questa ragione per loro il vicequestore ha tenuto un incontro sui metodi per riconoscere e proteggersi dalle insidie telefoniche organizzato dall’associazione Urbino capoluogo. Sullo stesso argomento Pineschi è intervenuto poi, su invito della Diocesi di Urbino, il 13 di novembre nella sala liturgia della Chiesa di Santa Maria de Cruce di Mazzaferro.

“L’incontro nasce dalla necessità di portare a conoscenza della cittadinanza un tema di grande importanza, che tocca soprattutto le persone fragili”, dice Pineschi, che conduce queste attività con l’approvazione della Questura.

Le segnalazioni

Sui social tra le segnalazioni c’è quella di Arianna Amadei, di Ca’ Gallo, che affida a un post Facebook il racconto di due telefonate sospette, entrambe provenienti da numero fisso, ricevute a distanza di mezz’ora domenica 11 novembre. La prima era indirizzata a lei. Un presunto maresciallo della caserma di Urbino, con una parlata del posto, la informava di un avviso urgente indirizzato a suo padre, e con questo pretesto le chiedeva chi ci fosse in casa.

La seconda alla nonna della ragazza, sempre proveniente dalla caserma di Urbino. L’interlocutore la avvisava che il figlio si trovava in caserma in quanto colpevole di aver investito con l’auto una donna incinta. “Con me non hanno continuato perché forse hanno sentito una voce giovane e lucida. Mia nonna, invece, sebbene lucida, è stata incalzata sul lato emotivo. L’hanno spaventata. È tutt’ora agitata”, racconta Arianna al Ducato.

Altre segnalazioni arrivano da Fermignano e Cagli. Sempre via social, una donna di Fermignano racconta di una telefonata dubbia ricevuta dalla madre da parte di un sedicente maresciallo Molinari della caserma dei Carabinieri di Fermignano. L’interlocutore le ha domandato del marito, mancato l’anno prima. Come la donna ha accennato a prendere carta e penna per segnare le informazioni, l’uomo dall’altra parte ha interrotto la telefonata. E ancora altri post, pubblicati tramite Facebook, raccontano di telefonate sospette a Cagli.

Uno schema che si ripete

Dai racconti dei destinatari delle telefonate sospette emergono alcuni elementi ricorrenti. La chiamata proviene da un numero privato viene fatta sul numero fisso e la persona che chiama dice di essere un carabiniere, o spesso un maresciallo che domanda chi c’è in quel momento in casa. Chi telefona è in possesso di informazioni personali sul chiamato: nome, cognome e indirizzo di casa e la storia che viene raccontata vede un parente stretto, spesso convivente, coinvolto in un incidente. La sensazione comune è che lo scopo della telefonata sia capire se in casa c’è qualcuno. Nel caso in cui si riceva una telefonata dubbia come prima cosa si può chiamare il 112, il numero unico europeo.

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