I 60 anni d’amore per la pesca di Doriano Calli. Dalle acque del Metauro alla vittoria del campionato italiano a squadre

Doriano Calli
di Raffaele Di Gaetani

URBINO – Guardando Fermignano dalle colline si vede il Fiume Metauro che attraversa il ponte romano. Negli anni ’70 le sue sponde non erano vuote come oggi, soprattutto la domenica, perché erano occupate da persone con una passione in comune: la pesca. Alcuni di loro erano dei bambini. Tra questi c’era anche Doriano Calli. Oggi ha 63 anni ma quando ne aveva sette spiava la tecnica dei più grandi. A lui piaceva la sensazione dell’acqua e del contatto con i pesci.

Dopo 57 anni di amore per questo sport, a inizio novembre, è arrivata la sua consacrazione con la vittoria, la prima della sua vita, del campionato italiano a squadre che si è svolto sul Fiume Bidente, in Emilia Romagna. Un trionfo dal sapore romantico, perché i suoi compagni non erano persone qualunque. Insieme a lui c’erano suo figlio Manuel, 35 anni, e Igor Fanti, un altro fermignanese di 37 anni.

Passione nata dall’acqua

“Io sono nativo di Pesaro e quando avevo sette anni ci siamo trasferiti a Fermignano”, racconta Doriano. “Avevo dei cugini molto più grandi che mi portavano con loro. Andavamo alla Diga del Furlo: era uno spettacolo”. La voglia di vivere quell’emozione era troppo forte: “Io volevo pescare sempre e andavo a piedi al fiume con un amico. Eravamo autodidatti: non sapevamo neanche come pescare. Poi uno dei pescatori esperti ci ha dato dei consigli. Ci siamo costruiti da solo. La passione è nata piano piano, andavo a pescare sulla mia Graziella con cui potevo andare anche fuori Fermignano”.

Urbino-Emilia Romagna: andata e ritorno

Doriano nel 2010 ha iniziato a esplorare nuovi luoghi in cui pescare “Abbiamo cominciato ad andare in Emilia Romagna. Lassù ci sono molti appassionati e hanno la fortuna di avere 3-4 fiumi, tra cui il Bidente”. Lo stile di pesca lì è diverso perché le acque sono più limpide: “Nella nostra zona è sporca mentre nella loro no. È una pesca quasi a vista. C’è un rapporto alla pari con il pesce”.

Nel tempo questa attività è diventata un modo per condividere del tempo con suo figlio Manuel, spiega Doriano: “È sempre venuto con me. Aveva passione. Noi facciamo circa 10.000 km all’anno andando lassù 30-35 volte. Qualcuno ci dà dei pazzi – aggiunge Doriano – Si parte alle 3 e mezza della mattina. C’è molta strada da fare. Si gareggia, si pranza, e poi magari rimaniamo a provare altri luoghi. Quando arrivi a casa la sera sei distrutto. A me servono due giorni per riprendermi”.

Pesca sinonimo di libertà

Doriano sul significato della pesca racconta: ” È un momento di relax. Ti ritrovi da solo con il fiume. È un momento di riflessione. Ci sono insieme il riposo e lo svago. Per un pò metti da parte le cose negative. È un buon metodo per staccare per 3-4 ore dal resto del mondo. Dopodiché ritorni alla normalità”.

Sull’impatto di questa pratica nel mondo ambientale Doriano spiega: “Molti pensano che la pesca sia una cosa negativa ma fatta con il rilascio immediato come in Emilia Romagna non c’è alcun impatto. C’è la legge di usare ami senza ardiglioni perchè il suo uncino rovina la bocca dei pesci. Quasi tutti i pescatori ci tengono tanto al pesce e cercano in tutti i modi di salvaguardarlo. Un tempo si pescava per mangiare. Oggi non è più così”.

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