di RAFFAELE DI GAETANI
URBINO – Un giorno a Madrid per la sessione con i media del nuovo campione del mondo MotoGp Jorge Martin. Quello successivo a Jerez per preparare i test della nuova squadra in Moto 2. Le giornate di Lucia Gabani, giornalista e responsabile della comunicazione del team Pramac, sono così: frenetiche e troppo corte. Per lei il lavoro non è finito quando si sono spenti i riflettori sul motomondiale il 17 novembre, ma continua in vista della prossima stagione in cui ci saranno molte novità: dal passaggio del team da Ducati a Yamaha, all’addio di Martin e del suo compagno di squadra Franco Morbidelli. Nella sue parole, oltre alla stanchezza per un anno intenso, c’è la vivacità di chi ha trasformato la passione in un lavoro “da quando ho memoria mi sono sempre piaciute le moto perché danno un grande senso di libertà”.
Lucia ha 32 anni ed è nata a Urbino, ma cresciuta a Pesaro. Dopo la laurea alla Carlo Bo in Sociologia ha deciso di iscriversi alla Scuola di Giornalismo di Urbino. Racconta l’origine dell’amore per questo mondo: “É stata una scelta istintiva. Fin da piccola sono stata molto curiosa. Il giornalismo ti permette di conoscere tanti settori diversi attraverso un mezzo: le domande”.
Nuovo percorso: sorpresa mondiale
Finita la formazione all’Ifg, Lucia ha fatto alcune esperienze: dall’Huffington Post a Sky, passando per la Dorna (la società che gestisce il motomondiale). E proprio in quest’ultima, nel 2019, è riuscita a dare corpo al suo sogno di lavorare nel mondo dei motori. Al termine dell’anno scorso, però, ha avvertito la necessità di cambiare: “Ero un po’ stanca. Dopo le feste di Natale avevo mandato dei curriculum. Poi quando sono tornata dalle vacanze mi ha chiamata Gino Borsoi – team manager Pramac – dicendomi che c’era possibilità di diventare responsabile della comunicazione. Alla fine questa opportunità si è concretizzata”.
La nuova esperienza parte subito forte. La lotta per il mondiale tra Francesco Bagnaia e Martin, da cui l’italiano è uscito vincitore nel 2023, riprende fin dall’alba della stagione 2024. Lucia spiega: “Sapevo che era un team dove si arrivava per vincere. Ho dovuto fare tutto bene perché il livello medio era altissimo”. Sull’approccio iniziale con Martin spiega: “È stato importante capire le sue esigenze. Con lui ho trovato un’intesa e consolidato il rapporto. Ho cercato di trovare un equilibrio tra l’accettare tutte le richieste dei media e il suo tempo”.
Bagnaia – Martin: nemici amici
Dopo le cadute nel 2023, Lucia spiega il cambio di approccio avuto da Martin: “Aveva una gran voglia di vincere. Ci ha creduto come tutto il team. L’ho visto sempre motivato e contento anche dei secondi posti”. Sullo step fatto dallo spagnolo a livello mentale aggiunge: “È stato costante e si è divertito. Da settembre in poi era lui che trasmetteva calma all’interno del team. Io invece ho avuto dei mal di stomaco che non avevo mai avuto (ride, ndr)”.
Nonostante la rivalità in pista, Bagnaia e Martin non hanno mai perso il rispetto reciproco. Mai una mossa scorretta: né in pista, né con le dichiarazioni. Lucia lo sottolinea: “La domenica, sera dopo l’ultima, gara si trovavano in due discoteche diverse. Jorge è andato a salutare Pecco. Questo dice tanto. Si sono aiutati l’un l’altro a portare la competizione a un livello superiori”.
Il rapporto con Franco
Se in un angolo del box Lucia aveva a che fare con una lotta per il titolo, nell’altro la situazione era diversa: “Morbidelli ha avuto un grave incidente a inizio anno. Quando è tornato è stato attaccato, lì devi avere la faccia tosta nei confronti dei media per tutelare il pilota. Questo è parte del mio ruolo”. Sull’italiano aggiunge con tenerezza: “È un pilota atipico, espansivo e una persona profonda. Quando arriva al box saluta tutti. Chiede come stanno i figli e le famiglie. Lui è molto umano. È sempre stato molto grato e ha apprezzato il clima. Gli vuoi bene da subito”.
Donne nel Motorsport
Durante il suo percorso lavorativo, Lucia ha curato Women in Moto Gp: “Nel mio primo giorno alla Dorna ho pensato di creare questa rubrica perché la Moto Gp faceva fatica ad attirare il pubblico femminile. Sono rimasta sorpresa perché ho molte amiche che seguono questo sport. Il primo numero è uscito l’8 marzo in occasione della festa della donne”.
E su cosa significa essere una donna nel Motorsport risponde: “In nessun momento mi sono sentita protetta o rispettata per il fatto perché io ero donna. Esserlo nel nostro ambiente non deve essere più una notizia: ormai ci sono tante donne. L’idea che possano essere solo ombrelline o legata alla comunicazione è lontana”.