Di ANDREA BOCCHINI
URBINO – Condannato a due anni con pena sospesa. È la sentenza di primo grado che il tribunale di Roma, sezione penale, ha stabilito per Tiziano Lovisolo. Il 24enne, originario di Monteprandone (Ascoli Piceno), laureatosi a Urbino, alla facoltà di Scienze Politiche, era stato arrestato a ottobre durante una manifestazione pro Palestina nella Capitale e da allora si trovava ai domiciliari. Con la decisione di oggi Lovisolo può tornare in libertà. La conferma arriva al Ducato dall’avvocata Caterina Calia, la legale che difende il ragazzo: “Siamo contenti che Tiziano possa riprendere la sua vita, ma nel merito non possiamo dire la stessa cosa e per questo motivo faremo appello contro la sentenza. Tiziano doveva essere assolto perché non ha commesso il fatto”. Per il giovane è dunque stata disposta “l’immediata liberazione, ma al momento risulta condannato. Se non commetterà altri reati durante il periodo di sospensione – conclude Calia – la sua pena si estinguerà”.
“Ringrazio chi mi è stato vicino”
Entusiasmo anche nelle parole dello stesso Lovisolo che, fuori dal tribunale, ai microfoni del collettivo Rete Liberi/e di Lottare – riunitosi anche oggi in presidio a piazzale Clodio per esprimere solidarietà al 24enne – ha detto: “Sicuramente sono contento perché oggi poteva andare molto peggio. Due anni con la pena sospesa e la liberazione immediata mi fanno solo sorridere. Questi due mesi di domiciliari non sono stati affatto una passeggiata e il fatto di aver ricevuto striscioni, messaggi di solidarietà e iniziative benefit mi ha davvero rallegrato il cuore”.
La vicenda
Lovisolo era stato arrestato il 5 ottobre durante una manifestazione pro Palestina a Roma. Le accuse erano quelle di aggressione, lesione e resistenza a pubblico ufficiale, reati per i quali il ragazzo rischiava fino a quattro anni di reclusione. “Il pubblico ministero aveva chiesto per lui tre anni e quattro mesi”, spiega Calia. Nel corso di una precedente udienza, del 14 novembre scorso, al 24enne erano stati confermati gli arresti domiciliari.
Oltre alla documentazione prodotta dalle forze dell’ordine, durante il processo, erano emersi anche dei video depositati dai legali: si trattava dei contenuti all’interno della contro-inchiesta realizzata da Index, media e ong indipendente (con base in Francia), che grazie all’utilizzo della modellizzazione 3D, era riuscita a ricostruire gli eventi del 5 ottobre. Il contenuto, della durata di otto minuti, era stato rilanciato anche dal quotidiano Il Manifesto.
“Tiziano è libero”, scrive sulla sua pagina Instagram il collettivo Rete Liberi/e di Lottare. “A Tiziano sono state riconosciute le attenuanti generiche ed esce dal processo con un foglio di via (da Roma, ndr) di un anno. In virtù di tutto questo i domiciliari sono stati revocati”. E poi il collettivo conclude: “Siamo felici del fatto che sia libero e oggi l’importante è quello. Sarà lui assieme ai suoi avvocati a decidere sull’appello rispetto a una sentenza che rimane ingiusta”.