Urbino, dopo 38 anni il cinema Ducale torna a ospitare un’opera teatrale

I musicomici - a sinistra Alessandro Mori, a destra Corrado Caruana
di MARIA CONCETTA VALENTE e CARLA IALENTI

URBINO – Se potessero parlare chissà cosa direbbero le mura e il palco del Cinema Teatro Ducale. Era dal 1986 che non ospitavano uno spettacolo teatrale e dopo 38 anni ieri sera sono tornati a farlo con i Musicomici e il loro Attacchi di Swing, proprio nella settimana in cui Urbino è co-capitale della cultura insieme con Pesaro. Il momento giusto per ridare vita a un simbolo importante di una generazione – quella di Costantina e Paolo, proprietari del Ducale – che credeva e crede tuttora nella cultura e nell’impresa culturale. L’ultimo spettacolo andato in scena nel gennaio dell’86 fu il leggendario Mistero Buffo di Dario Fo, un progetto del Teatro alla Scala di Milano. Per l’occasione venne a Urbino il sovrintendente della Scala, oltre ai 1200 spettatori stipati in una sala con soli 1150 posti a sedere.

Attacchi di swing

Martedì 10 dicembre, ore 21. Sul palco un’atmosfera soffusa di un salotto anni ’30: una lampada, due sedie, un tavolino e due calici di vino rosso. Quel che occorre ai Musicomici per il loro Attacchi di Swing, oltre ai loro immancabili strumenti musicali. Alessandro Mori al clarinetto e Corrado Caruana alla chitarra intrattengono il pubblico divertito per un’ora e mezza circa, coinvolgendolo con un mix di musica e comicità. Il ritmo incalza tra le note del jazz e del valzer francese, tra brindisi e aneddoti sorprendenti, complici con il pubblico perché “il teatro è un grande scherzo, una grande illusione”.

Il nastro bianco e rosso che lega Alessandro Mori al pubblico

La platea è piena di studenti universitari che ridono e si divertono. Mori li avvolge a lui, letteralmente, con un nastro segnaletico rosso e bianco. “Ora siamo legati da qualcosa di più importante”, dice. Dopo il clarinetto prende un flauto, tre trombe, un sax e un sassofono, li suona tutti divinamente. Poi, passa al pubblico, distribuendo maracas, tamburi e tamburelli. Al Ducale c’è aria di festa, si ride e scherza, come tra amici.

Il pubblico come comunità

Gli strumenti distribuiti al pubblico

E dopo tutto questo tempo…”buona la prima!”, esclama entusiasta al termine dello spettacolo Michele Pagliaroni, direttore artistico del Centro teatrale universitario delle Marche (Ctu) Cesare Questa, nonché organizzatore dell’evento. “Questo è il teatro che piace a noi, che fa ritrovare il pubblico come comunità. Quello che mi ha colpito è stato rivedere insieme per uno spettacolo teatrale sia gli studenti che gli abitanti di Urbino”, continua. A sentire le voci degli spettatori, obiettivo raggiunto! “Mi è piaciuto il modo in cui ci hanno coinvolti, è stato molto divertente”, commenta Federica. “Fossero tutti così, verrei ogni settimana”, aggiunge Francesco. Costantina, proprietaria del teatro, esprime tutta la sua gioia nel rivedere il suo cinema vissuto dai giovani, dagli studenti e dagli urbinati tutti, proprio come un tempo, “prima che il Ducale venisse sostituito dal Sanzio”. “E non è finita qui”, promette.

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