I 500 metri della discordia, su Riceci è tutti contro tutti. Paolini: “Senza una discarica, bollette record”

Le colline di Petriano, sito interessato per la costruzione della discarica di Riceci
Di MARTINA TOMAT

URBINO – Il problema Riceci, come un gigante sopito per un po’, si è risvegliato di botto, facendo un gran rumore. La sveglia è stata la notizia del ricorso al Tar da parte di Aurora srl, la società riminese artefice del progetto del sito rifiuti, in risposta al no della Provincia alla costruzione della discarica nella frazione di Petriano.

A suonare è però pure l’allarme dei rifiuti da smaltire lanciato anche dal presidente della provincia Giuseppe Paolini, con al seguito pesanti ricadute su ambiente – vengono trasportati addirittura in Finlandia – e portafogli.

La Regione deve varare il piano dei rifiuti (prgr) in tempi abbastanza stretti e l’assemblea territoriale d’ambito (Ata) entro il 22 dicembre deve consegnare delle osservazioni. La preoccupazione per i contrari a Riceci è che alcune proposte possano aiutare la discarica della discordia a “tornare in gioco”: a fare più clamore è la limatura a 500 metri (dagli attuali 1500) della distanza tra siti di rifiuti e centri abitati, emersa in un incontro ristretto e preliminare dell’assemblea composto da dieci sindaci. Sul tema duro intervento dell’assessore dell’ambiente della regione Stefano Aguzzi che al Resto del Carlino contraddice l’allarme lanciato da Paolini sull’esaurimento delle discariche. E sull’osservazione della riduzione della distanza dei 500 metri: “In Regione non passerà”. Si profila un tutti contro tutti anche all’interno della maggioranza.

Ma i motivi che hanno fatto bocciare il progetto Riceci sono molto più articolati. “L’argomento è veramente complesso se si leggono tutte le motivazioni della determina dell’amministrazione provinciale. Non c’entrano solo le distanze”, chiarisce al Ducato Baccio Paolo Fiaccarini, consigliere in rappresentanza del Comune di Urbino nel Cda di Marche Multiservizi.

Nessun voto al consiglio d’amministrazione

Fiaccarini scioglie anche uno dei nodi creatisi dopo il ricorso di Aurora. Una decisione, come spiegato dall’imprenditore Ambrogio Rossini, condivisa con Marche Multiservizi, che per il 40% fa parte del capitale di Aurora ma in larga parte è controllata da enti locali contrari al progetto. Perché questi enti locali non hanno opposto resistenza? Era la domanda subito rimbalzata tra i comitati e le associazioni.

“Non c’è stata nessuna votazione nei consigli di novembre e dicembre sul tema. Aurora, al 60% privata, è autonoma. Noi decideremo e voteremo solo dopo la decisione del Tar. Prima non siamo tenuti a farlo” è la risposta di Fiaccarini.

I camion e l’inquinamento

Se l’esito del ricorso ancora è in bilico, quel che è certo è che le discariche di
di Monteschiantello e Ca’ Asprete hanno autosufficienza di tre anni e le conseguenze della mancanza di discariche, al momento invisibili ma già seminate, stanno per spuntare alla luce del sole con i loro frutti indigesti. Il presidente della Provincia Giuseppe Paolini, pur risoluto nella sua contrarietà a Riceci, sottolinea al Ducato l’urgenza di una soluzione: “Io lotto contro Riceci ma l’emergenza rifiuti esiste. Già adesso li stiamo portando in un biodigestore a Mezzolombardo o a Torino. Addirittura, i rifiuti delle barche vanno a finire anche in Finlandia”. Si tratta di un trasporto con forti ricadute ambientali: “L’Emilia Romagna ha solo una discarica perché ha i termovalorizzatori e i biodigestori, in Lombardia ce ne sono pochissime ma sono presenti alcuni termovalorizzatori. Qui non si vuole né l’uno né l’altro e mi va anche bene, però non facciano i paladini dell’ambiente, quando faccio partire migliaia di camion che vanno avanti e indietro portando milioni di tonnellate di rifiuti. Producono CO2 oppure no?”.

Bollette in aumento

Un’operazione dispendiosa anche dal punto di vista economico: “Le bollette potranno aumentare del 30, 40 o 50 per cento”. E la sola raccolta differenziata, anche se migliorabile, non può alleviare la situazione: “Noi siamo già al 70% di raccolta differenziata. Si può arrivare all’85% come nei comuni più virtuosi. Ma il resto?”.

“Confrontiamoci su Riceci”

Anche il sindaco di Urbino Maurizio Gambini ribadisce il bisogno impellente di risolvere il problema rifiuti: “Dobbiamo progettare un impianto. Riceci non è la località migliore, non è giusta, ma una soluzione serve, su questo non c’è il minimo dubbio. Sono favorevole a un termovalorizzatore ma anche se decidessimo di farlo passerebbero almeno quindici anni e invece non c’è tempo”. Il sindaco ducale sul tema Riceci vuole inoltre chiarezza e possibilità di confronto: “Ho chiesto ai soci di Marche Multiservizi di fare una riunione il 1° marzo per parlare proprio di Riceci. Ho mandato una pec a tutti i sindaci della provincia, senza risposta. Il problema va affrontato”.

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