Di ANDREA BOCCHINI
URBINO – Torna il liceo del made in Italy, l’offerta formativa voluta dal governo di Giorgia Meloni. E gli istituti scolastici marchigiani, tra licei e scuole paritarie, che hanno fatto domanda per l’indirizzo tricolore sono dieci. Tre in più rispetto allo scorso anno. Ma con un termine delle iscrizioni fissato al 10 febbraio prossimo, i numeri restano (ancora) bassi. E la conferma al Ducato arriva direttamente dai dirigenti scolastici dei vari istituti. Riguardo al piano studi, invece, continuano a conoscersi (ufficialmente) solo le materie dei primi due anni: per il terzo, quarto e quinto anno, alcuni presidi ci dicono di aver ricevuto delle linee guida.
Si tratta dell’atto di governo (n.214) sottoposto a parere parlamentare e trasmesso alla presidenza del Senato il 1° ottobre scorso. All’interno del documento compare, in effetti, il piano studi del made in Italy per tutti e cinque gli anni. Ma sul sito del ministero si legge: “Il quadro orario completo degli insegnamenti per il terzo, quarto e quinto anno è in fase di definizione”.
Le scuole ad aver fatto domanda per il curriculum tricolore sono le stesse dello scorso anno: per gli statali, il liceo Laurana Baldi di Urbino, il liceo Mamiani di Pesaro, il liceo Matteo Ricci di Macerata e il liceo Francesco Stabili di Ascoli Piceno. Mentre per le paritarie, l’istituto Leonardo di Civitanova Marche, il liceo San Giovanni Battista di San Benedetto del Tronto e, a Fermo, il polo scolastico Giovanni Paolo II e la scuola Loviss Srl. A queste se ne aggiungono tre: il liceo scientifico Enrico Medi di Montegiorgio (Fermo), il liceo scientifico Luigi Einaudi di Porto Sant’Elpidio (Fermo) e l’istituto di istruzione omnicomprensivo Alberico Gentili di San Ginesio (Macerata), secondo quanto si legge dalla lista che compare dal sito del ministero dell’Istruzione e del Merito.
Il (nuovo) flop?
L’anno scolastico 2024/2025, però, fu un flop. A livello nazionale erano stati 375 gli iscritti al nuovo curriculum. Nelle Marche appena 13: quattro nella provincia di Pesaro e Urbino, nove in quella di Ascoli Piceno. A secco le province di Ancona, Macerata e Fermo. E a conti fatti, solo l’istituto Francesco Stabili di Ascoli riuscì nell’impresa di formare una classe. Oggi, però, l’accesso è cambiato: se prima a farne domanda potevano essere solo le scuole che, all’interno del loro piano studi, avevano il Les – l’indirizzo economico-sociale – per il nuovo anno scolastico, a un istituto è richiesto solo l’indirizzo di scienze umane.
“Zero iscritti”
Ma l’aumento della platea non ha significato un aumento del numero delle iscrizioni. Un dato che viene confermato al Ducato anche dai presidi (che hanno in mano iscrizioni approssimative). “Al momento non c’è nessun iscritto nonostante la scuola abbia fatto tutto ciò che ha richiesto il ministero”, dice Tiziana Riccardi, la vicepreside dell’istituto Matteo Ricci di Macerata. “Nonostante quest’anno tempo per l’orientamento ce ne fosse, abbiamo ricevuto solo domande da qualche famiglia, iscrizioni zero”. Un dato che può giustificarsi nell’assenza di un chiaro piano studi: “Non si può fare un indirizzo con il solo biennio – continua – le persone non capiscono se si tratti di carne o pesce. Sì abbiamo delle linee guida ma sono aleatorie e sono state solo delineate. Nulla di confermato”.
Da Fermo, stessa situazione. “Ti dico la verità, non c’è stato un grande riscontro e non intendo solo per le iscrizioni ma anche per quanto riguarda l’interessamento da parte delle famiglie dell’offerta del Made in Italy”, dice al Ducato Salvatore Iorio, consulente scolastico scuole paritarie Loviss. “Una classe? Ti dico chiaramente che non riuscirò a formarla. Altri ci hanno chiesto ‘ma poi il triennio?’ e non sapevo cosa rispondere ai genitori”.
“Ancora non ho i numeri definitivi ma per il momento posso dirle che non sta andando bene”, evidenzia Roberto Lisotti, preside del liceo Mamiano di Pesaro. “Nell’orientamento si ha solo un quadro del biennio ma si fa ancora fatica”. Mentre sulla struttura del made in Italy, Lisotti aggiunge: “Mette un po’ in difficoltà, altri indirizzi sono maggiormente consolidati. Naturalmente noi proporremo gli iscritti che abbiamo all’ufficio scolastico regionale che ci darà poi l’ok o meno alla formazione di una nuova classe”.
Entusiasmo a San Ginesio
New entry, invece, l’istituto Alberico Gentili di San Ginesio, nel maceratese. “L’abbattimento del paletto con il Les ci ha permesso di fare domanda per il Made in Italy”, dice entusiasta la preside Brigida Cristallo. “Ho presentato la nuova offerta il 10 gennaio scorso e sono molto positiva sulla costituzione di una classe”. Poi, sul piano studi, Cristallo sottolinea: “Questo liceo è riuscito ad ottenere il meglio tra materie come “Scienze giuridiche per il made in Italy”, “Scienze economiche per il made in Italy” e percorsi per competenze trasversali e orientamento”. Ma sul triennio, “c’è una bozza in Parlamento”, conclude.
“Non posso trasmetterle numeri esatti, anche perché le famiglie scelgono solitamente l’ultima settimana per iscriversi, ma l’andamento della classe lo reputo molto soddisfacente”, dice al Ducato Arturo Verna, dirigente scolastico del liceo Stabili di Ascoli, unico istituto della Regione a formare una sezione del Made in Italy. “L’orientamento quest’anno è andato bene e abbiamo ricevuto le linee guida per il triennio. Lo schema non è approvato ma secondo me è quello definitivo”, conclude.