Urbino, il numero di imprese cala ancora: in cinque anni oltre 200 attività in meno

La serranda chiusa di un negozio di souvenir in centro. Foto di Sara Spimpolo
Di ANDREA BOCCHINI

URBINO – Duecentoquattro serrande abbassate in cinque anni a Urbino. Trentatré negli ultimi 365 giorni. Il trend è negativo e rispecchia anche quello della provincia: al 31 gennaio 2024 le imprese attive, sul territorio, erano 31.023. Oggi se ne contano 30.212. Il calo è stato del 2,6%. Il dato regionale, invece, parla di 132.783 imprese attive al gennaio 2024. Quest’anno sono 129.997, con un calo del 2,1%. È quanto emerge dall’ultimo aggiornamento pubblicato sul sito della Camera di Commercio delle Marche.

Urbino si svuota

In 13 anni la città ducale ha perso 357 imprese. Il 31 gennaio 2012, a Urbino, le attività di commercio attive erano 1.610. Il numero è calato anno dopo anno, abbassandosi prima sotto la soglia dei 1500 (nel gennaio 2019) e poi raggiungendo, nel gennaio 2024, quota 1.286. Oggi di aziende se ne contano 1.253 con un calo, rispetto allo scorso anno, del 2,6%. Continua quindi l’emorragia di imprese, ma rispetto agli ultimi due anni il ritmo è più contenuto: tra il 2023 e il 2024 era stato del -6,3% e tra il 2022 e il 2023 del -4,6%.

Agricoltura: settore in calo

Osservando i settori, le attività di agricoltura e silvicoltura sono passate da 329 lo scorso anno a 318 nel gennaio 2025. Le imprese di commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli da 243 a 237. Quelle di costruzioni da 139 a 131. Mentre le attività manifatturiere e i servizi di alloggio e ristorazione sono rimasti stabili: le prime sono passate da 123 a 121, i secondi da 123 a 122. Il settore immobiliare, invece, conta cinque attività in meno.

I dati della provincia

Segni meno anche per la provincia di Pesaro e Urbino. Il 31 gennaio 2022, le imprese attive erano 34.065, passate a 32.750 (-1.315) nel 2023. Poi lo scorso anno erano 31.023 (-1.727) e 30.212 (-811) il 31 gennaio 2025. Tra i settori maggiormente colpiti c’è quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli: le attività nel 2024 erano 6.705. Al gennaio 2025 se ne contano 6.443 (-3,9%). Quelle di agricoltura, silvicoltura e pesca, al gennaio 2024 erano 4.562. Lo scorso anno erano 4.427 (-3%). Di imprese manifatturiere, invece, in un anno, se ne sono perse 238. Quelle di costruzioni sono 94 in meno. Mentre le attività di servizi alloggio e ristorazione sono calate, in un anno, di 119 unità (-5%).

Segno meno anche per la Regione

Trend negativo anche per la regione Marche. In tre anni, le imprese attive sono passate da 143.821 a 129.997 (-9,6%). Nel gennaio 2024 le attività erano 119.786 in più. Il settore più rappresentativo è quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli con un’impresa su cinque: le attività sono passate dalle 29.263 dello scorso anno a 28.201 al gennaio 2025. In agricoltura, silvicoltura e pesca, si contano 21.320 imprese: -713 rispetto allo scorso anno. Le attività manifatturiere raggiungono quota 15.776 (gennaio 2025), perdendo 700 unità. Per le imprese di costruzione, il valore negativo è di -181. Mentre quelle di servizi di alloggio e ristorazione registrano un -271.

“Il calo riguarda soprattutto il commercio tradizionale e tutta la parte di fashion e abbigliamento”, dice al Ducato Massimiliano Polacco, direttore di Confcommercio Marche. “C’è un secondo problema – continua – legato alla sofferenza dei centri urbani, con un forte calo nei centri storici”. Delle difficoltà che, secondo Polacco, sono legate a un “cambio di consumi”: “Il consumatore sta dando come priorità un’altra tipologia di consumo, non tanto più il tessile quanto magari il tecnologico o la vacanza, spostando il suo orientamento di acquisto”. Polacco conclude: “Il commercio sta subendo una rivoluzione: l’online sta prendendo il sopravvento e le attività commerciali non riescono a sopravvivere in dei borghi che sono disabitati”.

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