A Urbino “Il processo” di Kafka si trasforma in una pièce teatrale

foto di Franco Deriufoto di Franco Deriu
di Maria Dessole

URBINO – “Lei è in arresto e su questo non c’è dubbio” dice il coro a Joseph K, il protagonista dello spettacolo teatrale Il processo…, tratto dal romanzo di Franz Kafka e diretto dal regista Francesco Gigliotti. L’adattamento è andato in scena ieri sera, 24 febbraio, nella sala del Maniscalco, lo spazio polivalente del comune di Urbino. Mettere in scena questo romanzo è stata una sfida, racconta il regista che per interpretare Joseph ha scelto Marilù Mameo. E la scelta di affidare a un’attrice il ruolo del protagonista ha reso questa produzione la prima nel suo genere: non c’è notizia di Joseph interpretato da una donna.

La performance, con nove attori e due musicisti, è stata portata per la prima volta sul palco a giugno 2024, nel centenario dalla morte di Kafka, come lavoro di fine corso del laboratorio teatrale dell’associazione Aenigma

In scena il protagonista, Joseph K trattenuto da due guardie, foto di Franco Deriu

Mameo è alla sua prima esperienza teatrale, da quattro anni vive a Urbino e frequenta l’Accademia di belle arti. Nel 2024 ha partecipato al laboratorio teatrale con l’associazione Aenigma. Al Ducato racconta che si è avvicinata al teatro per “sperimentare”, ma poi è stata travolta dall’effetto “wow” dell’esperienza. Vestita con un abito gessato, i capelli tirati indietro con il gel e un paio di occhiali rotondi, la studente interpreta un Joseph “incredulo, incredulo di tutto quello che gli sta accadendo intorno”. Il suo protagonista non crede nelle scappatoie, si guarda a destra e a sinistra ma non capisce fino in fondo cosa gli sta succedendo perché inghiottito dalla grande macchina della giustizia. Punto nodale del racconto è che Joseph non sa di che cosa sia accusato e affronta tutto il processo senza mai scoprirlo. 

In scena il protagonista, Joseph K e i due musicisti del conservatorio di Pesaro, foto di Franco Deriu

Sul palco a fare da contrappunto al protagonista c’era anche il coro, i cui componenti interpretano gli antagonisti di Joseph: l’avvocato, il giudice, la guardia. Tra di loro c’è anche il regista Gigliotti che porta la sua poetica sul palco. “In questo caso interpreto il testimone che non parla mai, ma è molto attento a quello che succede e ha un valore aggiunto simbolico che è quello di portare le scarpe al protagonista, quasi a volerlo preparare a ciò che lo aspetta, l’accusa, il processo e la morte”. Lo spettacolo si apre e si chiude ad anello, se nella prima scena il testimone muto porta le scarpe al povero Joseph K., nell’ultima, dopo il barbaro assassinio, lo stesso testimone toglie le scarpe al morto, a cui non serviranno più.

Il coro in scena, foto di Franco Deriu

Lo spettacolo in autunno ha partecipato al festival Alter Ego 2024 di Sofia in Bulgaria e al XIX festival internazionale di teatro universitario dell’ateneo di Caldas, a Manizales in Colombia, e ha avuto diverse repliche anche a Urbino e Urbania.

Il direttore del teatro Aenigma Vito Minoia con il regista Francesco Gigliotti e i due musicisti, foto di Franco Deriu

A conclusione dell’evento il direttore del teatro Aenigma Vito Minoia ha presentato il laboratorio teatrale che inizierà il 6 marzo. Studenti e cittadini potranno partecipare al percorso teatrale dal titolo Il Circo e la Scena. A capo del laboratorio ci sarà il maestro Gigliotti. A questa iniziativa se ne aggiunge un’altra dal titolo Teatro Forum, nata in collaborazione con la Caritas, che parte il 27 febbraio e si rivolge a giovani tra i 18 e i 30 anni. Il laboratorio teatrale nasce con l’idea di indagare il tema dei giovani e del lavoro.

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