Arrivavano per lo più da fuori provincia e da fuori regione, Perugia, Viterbo, Rimini, ma anche altre provenienti da Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto, spiegano le forze dell’ordine
Ha esposto le sue opere in tutto il mondo, anche nella città ducale, dov’è stata l’ultima volta nel 2019. Da qualche giorno ha dovuto lasciare la sua città natale, la capitale dell’Ucraina, per rifugiarsi in un villaggio tra le montagne. “Le sirene suonavano tutti i giorni. Era terribile. Siamo scappati da questo orrore”
L’uomo si rifiuta di indossare la mascherina, obbligatoria per salire sui mezzi pubblici. “Io non la metto. È tutto finto – urla -. È colpa di voi italiani”. Poi continua a farneticare qualcosa: “Fanno bene i russi. Viva i russi. Siete voi italiani a non capire”. Un ragazzo interviene, forse per chiedergli di smettere di urlare, e inizia la zuffa.
di DAVIDE FANTOZZI URBINO – “Questa città, culla del Rinascimento, deve esserlo anche della sanità”. Il dottor Leone Condemi, direttore del settore di oncologia ginecologica dell’Ospedale di Urbino, apre così la…
Ventidue anni e studente di Giurisprudenza nella città ducale, quando è scoppiato il conflitto si trovava vicino Mosca, dai nonni, e dopo la sospensione dei voli ha dovuto trovare un modo per tornare a casa sua, un paesino in Emilia Romagna. Così ha trascorso quasi tre giorni in viaggio, tra autostop e treni: “Non ho mai detto a nessuno che sono russo. Gli ucraini mi hanno aiutato tanto”
Mariia Fedun è nata in un paese vicino a Leopoli, ora vive nel paese in provincia di Pesaro e Urbino con il marito e la sorella, studia per diventare operatrice sanitaria ed è appassionata di fotografia. I suoi genitori però sono rimasti in Ucraina. “La mia più grande paura è non riuscire a rivederli – dice Mariia – Non riesco più a studiare, a dormire. Tutti i miei pensieri sono per loro e per l’Ucraina”
Oggi vive a Pesaro, dove lavora in un hotel, e studia all’Accademia di Belle Arti di Urbino, ma la questione della guerra l’ha portata a prendere delle iniziative umanitarie
Cominciano a partire i primi pacchi di alimenti, farmaci e indumenti. Un furgone è già diretto a Lublin, in Polonia, da Piobbico. Tante le iniziative avviate in questi giorni che hanno coinvolto aziende e cittadini di tutto il territorio
Viktoria Gorobchenko, impiegata dell’ufficio di Kiev dell’azienda marchigiana nel mercato del mobile, racconta com’è la situazione nel suo paese dove la guerra, iniziata quasi due settimane fa, non accenna a fermarsi: “Ho visto persone morire. Dal lato ucraino e dal lato russo. La morte, che sia di russi o ucraini, la morte non ha nazionalità. È solo crudele”
Il punto di raccolta virtuale è il gruppo Facebook “Te lo regalo se lo vieni a prendere”. L’iniziativa nasce da Giulia Palma e Cristina Di Donfrancesco: “Vogliamo aiutare, ma le uniche raccolte di cui abbiamo saputo si occupano di inviare vestiti, cibo e medicine in Ucraina”. Così dal gruppo nasce una rete di solidarietà che prepara l’accoglienza degli ucraini
Studenti e studentesse hanno raccolto e imballato pacchi di alimenti che sono ora in viaggio verso il paese in guerra, e pacchi di vestiti e coperte che hanno donato alla Caritas di Urbino. “Cerchiamo di dare un piccolo contributo”
Dal teatro, al cinema, all’infiorata con aperitivo. Tutte le iniziative organizzate sul territorio in occasione della giornata internazionale della donna dell’8 marzo.
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