La giornalista ucraina Iryna Gulay sta tenendo un “diario” della guerra per il Ducato, oggi racconta dei colleghi che le chiedono aiuto per le famiglie che sono rimaste anche senza elettricità e riscaldamenti, non lontano dalla capitale
Iryna Gulay, la giornalista ucraina che sta tenendo un “diario” della guerra per il Ducato, oggi racconta dell’assedio di Mariupol e della paura che questa possa essere la vita per sempre
Iryna Guley, la giornalista ucraina che si trova nell’ovest del suo paese, terrà per noi un diario in cui descriverà della guerra in Ucraina vista con i suoi occhi. In questa “prima pagina”, racconta come la vita riesca a trovare il modo di continuare a scorrere, nonostante tutto
Ha esposto le sue opere in tutto il mondo, anche nella città ducale, dov’è stata l’ultima volta nel 2019. Da qualche giorno ha dovuto lasciare la sua città natale, la capitale dell’Ucraina, per rifugiarsi in un villaggio tra le montagne. “Le sirene suonavano tutti i giorni. Era terribile. Siamo scappati da questo orrore”
Il tir di aiuti umanitari raccolti a Urbino dall’organizzazione no-profit è arrivato città ucraina di Chernivtsi, a 40 chilometri dal confine con la Romania. Da qui sono stati spacchettati e smistati, e verranno distribuiti agli oltre 30 mila profughi presenti in città
Ventidue anni e studente di Giurisprudenza nella città ducale, quando è scoppiato il conflitto si trovava vicino Mosca, dai nonni, e dopo la sospensione dei voli ha dovuto trovare un modo per tornare a casa sua, un paesino in Emilia Romagna. Così ha trascorso quasi tre giorni in viaggio, tra autostop e treni: “Non ho mai detto a nessuno che sono russo. Gli ucraini mi hanno aiutato tanto”
Mariia Fedun è nata in un paese vicino a Leopoli, ora vive nel paese in provincia di Pesaro e Urbino con il marito e la sorella, studia per diventare operatrice sanitaria ed è appassionata di fotografia. I suoi genitori però sono rimasti in Ucraina. “La mia più grande paura è non riuscire a rivederli – dice Mariia – Non riesco più a studiare, a dormire. Tutti i miei pensieri sono per loro e per l’Ucraina”
Il giornalista di radio Capital, ex allievo dell’Ifg di Urbino, si trova al confine tra Polonia e Ucraina, alla sua prima esperienza con una guerra all’orizzonte: “Prima di partire ero molto preoccupato, sento la responsabilità di raccontare nella maniera più fedele possibile. In mezzo a quelle persone stavo così male che mi veniva da piangere”. Qui ha raccolto le storie dei profughi, quasi solo donne e bambini, che fuggono dalle bombe e dai soldati russi. Ma c’è anche chi torna indietro a combattere, come un camionista che gli ha confidato: “Fino a ieri facevo il camionista, da domani farò il soldato”
Viktoria Gorobchenko, impiegata dell’ufficio di Kiev dell’azienda marchigiana nel mercato del mobile, racconta com’è la situazione nel suo paese dove la guerra, iniziata quasi due settimane fa, non accenna a fermarsi: “Ho visto persone morire. Dal lato ucraino e dal lato russo. La morte, che sia di russi o ucraini, la morte non ha nazionalità. È solo crudele”
Il punto di raccolta virtuale è il gruppo Facebook “Te lo regalo se lo vieni a prendere”. L’iniziativa nasce da Giulia Palma e Cristina Di Donfrancesco: “Vogliamo aiutare, ma le uniche raccolte di cui abbiamo saputo si occupano di inviare vestiti, cibo e medicine in Ucraina”. Così dal gruppo nasce una rete di solidarietà che prepara l’accoglienza degli ucraini
Studenti e studentesse hanno raccolto e imballato pacchi di alimenti che sono ora in viaggio verso il paese in guerra, e pacchi di vestiti e coperte che hanno donato alla Caritas di Urbino. “Cerchiamo di dare un piccolo contributo”
Decine di fedeli e studenti hanno manifestato con fiaccole, bandiere della pace e danze ebraiche. Urbino dimostra la sua solidarietà e il suo no alla guerra con una manifestazione per la pace
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